E' un campionato che si preannuncia ricco di sorprese quello avviatosi ufficialmente con Inter-Genoa terminata 4-0 lo scorso 21 agosto.
A parlarne ci ha pensato Mario Sconcerti, storica penna del Corriere della Sera che sulle colonne del quotidiano ha analizzato innanzi tutto le prime tre giornate, sottolineando che Inter, Milan, Napoli e Atalanta l'anno scorso partirono con sei punti. Come terminò lo ricordiamo tutti: nerazzurri campioni d'Italia, rossoneri e bergamaschi qualificati in Champions League e partenopei rimasti fuori dall'Europa dei grandi per un solo punto.
L'attenzione di Sconcerti poi si è spostata sulla Juventus, squadra che in più ha il “solo” Manuel Locatelli e un Cristiano Ronaldo in meno. Difficile pensare dunque ad un potenziamento dei bianconeri, a prescindere dall'avvio di stagione traumatico dove in tre gare hanno collezionato un solo punto. Se ci si sorprende in negativo, spiega Sconcerti, è perché probabilmente siamo ancora un po' tutti abituati alla “vecchia Juve”.
Poi una precisazione importante: l'aver vinto l'Europeo, non può avere correlazioni con il livello del campionato di Serie A. Roberto Mancini a Wembley ha alzato la coppa mediante 25 calciatori impegnati in sette partite, mentre per arrivare alla conquista dello scudetto bisogna passare per 38 partite con oltre 500 possibili protagonisti differenti. Sconcerti ha fatto sapere che al momento giudica il gioco proposto dall'Inter come il migliore d'Italia, con Napoli, Milan e Lazio che la seguono a pochi passi di distanza e con l'Atalanta che non ha ancora deciso di mettere in pratica le capacità mostrate negli ultimi anni.
Il giornalista però avvisa tutti: “Non è alla pari con quasi tutti gli avversari, è ancora una squadra in formazione, ma è entusiasta e questo la moltiplica al di là dei risultati. In un campionato di grandi profughi, l’effetto Mourinho, alla lunga, può essere l’effetto vincente”.