Bologna città dei sette segreti. Bologna che, da ieri sera, dovrà annoverarne un ottavo: quanti polmoni avrà Nicolò Barella? Dopo la partita di ieri pomeriggio, a San Siro, vinta con il roboante risultato di 6-1 proprio contro la squadra emiliana, Barella sembra aver confermato tutti quei miglioramenti fatti da quando è arrivato all'Inter, riuscendo ad essere uomo ovunque e giocatore universale. La rete del 3-0 che, di fatto, e per stessa ammissione dell'allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic, ha chiuso la gara – vedi qui le dichiarazioni – è un misto delle sue caratteristiche: tecnica e visione per allargare il pallone a Dumfries, senso dello spazio ed inserimento.
Una corsa instancabile quella di Barella che – mi si scusi per il paragone blasfemo – nelle sue sgroppate in cui ha portato a spasso gli avversari, ha ricordato uno dei più grandi della storia dell'Inter come Javier Zanetti. L'unico dei titolarissimi, togliendo Handanovic ed insieme a Skriniar, che è rimasto per tutti i novanta minuti in campo, segno di una irrinunciabilità assegnatagli da Antonio Conte prima e da Simone Inzaghi adesso che fa capire l'enorme crescita avuta e di come Barella sia un calciatore non soltanto di lotta e di governo – a tal proposito i numeri parlano chiaro (statistiche di SofaScore) con tre passaggi chiave per i compagni, nove lanci su dieci riusciti e il 92,8% di passaggi riusciti -, ma anche di equilibrio e arma tattica importante – ieri, dopo l'uscita di Brozovic, è stato riproposto come perno davanti alla difesa.
Barella cresce e lo fa a suon di prestazioni eccellenti. Una continuità di rendimento e delle doti fisiche non proprio comuni a tutti i giocatori e che lo rendono irrinunciabile per questa Inter. Inzaghi lo sa e se lo gode, l'Inter ne giova, ma intanto una domanda riecheggia da Siro, dopo la partita di ieri: ma, alla fine, quanti polmoni avrà Nicolò Barella?