“È vero sono andati via Romelu Lukaku e Achraf Hakimi. Ma è anche vero che, per vincere lo Scudetto, giocavano anche gli altri. E chi è rimasto ha grandi motivazioni”.
‘Pulito’ come quando da difensore entrava in scivolata: Angelo Gregucci fotografa così, in esclusiva per Interdipendenza, il momento dell’Inter. “La squadra ha cambiato il tecnico e ha quindi bisogno di tempo per assestarti, ma il calciomercato dei dirigenti è stato intelligente. I nerazzurri faranno bene”. Gregucci sottolinea soprattutto che Lukaku e Hakimi, appunto, erano calciatori importanti ma evidenzia come la rosa di Antonio Conte non fosse unicamente composta dal centravanti belga e dall’esterno marocchino. E che, ora, chi è rimasto è mosso da ulteriori motivazioni che torneranno molto utili nel corso di questa stagione. “L’Inter – anticipa poi – passerà il girone di Champions League: sarebbe infatti delittuoso dire il contrario”.
Gregucci parla poi di Edin Dzeko. Insieme al ‘cigno di Sarajevo’ ha infatti avuto modo di lavorare durante l’esperienza al Manchester City. “È un ragazzo che conosce bene il calcio italiano, è un attaccante di valore” dice senza tanti giri di parole. Chi è il suo partner ideale? Secondo Gregucci è una domanda possibile unicamente in base ai dettami della ‘cultura italica’. “I calciatori bravi a giocare – spiega subito – sono sempre compatibili. Un mio maestro mi diceva: Se le dò cinque Diego Armando Maradona ne fa giocare solo uno? No, tutti!”. Per questo motivo, secondo l’ex difensore della Lazio, l’attaccante bosniaco “è compatibile con tutti perché sa attaccare la profondità, sa dialogare nello stretto ed è anche forte in soluzioni acrobatiche. L’unico problema è la carta d’identità”.
Gregucci si sposta poi sulla Juventus di Allegri che “dovrà iniziare un nuovo ciclo dopo la partenza di Cristiano Ronaldo. Ciclo che era stato già previsto, ma sia a Maurizio Sarri che ad Andrea Pirlo non è stato dato modo di completare. La rosa è competitiva, anche se l’inizio stagione è deludente”. Infine l’ex difensore della Lazio parla anche del Milan. Secondo lui i rossoneri hanno “il progetto più avanzato. Aver continuato con Stefano Pioli significa avere un’idea di calcio precisa. Pioli non è esaltato quanto meriterebbe perché – conclude – in Italia bisogna per forza vincere. Lui è evoluto, ha cambiato tanto. Sa come costruire e sa come attaccare le difese”.