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Inter, che menù. Dopo i tortellini, ecco la bistecca. Firenze espugnata

I Barbieri di Saba, rubrica ideata dall’agente Fifa Sabatino Durante e dal giornalista Raffaele Garinella. Pelo e contropelo ai protagonisti nerazzurri

Fiorentina-Inter 1-3

L'Inter vince e conquista tre punti fondamentali non solo per la classifica ma anche per il segnale lanciato alle avversarie. Lo fa espugnando un campo storicamente complicato, contro un avversario che aveva fatto vedere buone cose impreziosite da tre successi consecutivi. Straordinaria prova di forza dei nerazzurri. 

Le scelte. Rispetto alla formazione che ha inflitto un tennistico 6-1 al Bologna, Inzaghi cambia quattro pedine. Darmian, Perisic, Calhanoglu e Dezko rilevano Dumfries, Dimarco, Vecino e Correa. 

Primo tempo. Nei primi dieci minuti si vede solo Handanovic tra i nerazzurri. L'estremo difensore compie un miracolo su conclusione di Vlahovic e due eccellenti parate su Gonzalez e Biraghi. La Fiorentina conquista il centrocampo, blocca il palleggio dell'Inter e trova il vantaggio con Sottil. Gonzalez – fallo su Skriniar – si libera della marcatura dello slovacco e mette al centro per l'ex Cagliari, libero e lesto nel gonfiare la rete. L'Inter sembra vittima di un precoce letargo autunnale e si desta solo dopo la mezz'ora. Troppo poco per impensierire il frizzante undici di Italiano. 

Secondo tempo. Thé caldo? Urla di Inzaghi? Servirebbe il miglior Sherlock Holmes di conandoiliana memoria per comprendere cos'abbia scosso l'Inter nell'intervallo. In assenza del miglior detective britannico, certamente lontano dalla Firenze rinascimentale, proviamo ad ipotizzare qualcosa. Ci riesce facile dare i meriti dell'auspicato risveglio nerazzurro all'orgoglio degli uomini di Inzaghi. Dzeko vede Barella e lo serve. Il centrocampista è altrettanto rapido nell'individuare in Darmian il coniglio dal cilindro. La rasoiata dell'esterno nerazzurro vale il pareggio. Passano altri tre minuti e l'Inter la ribalta. Corner battuto da Calhanoglu e testa di Dzeko che buca le mani di Dragowski. Sono trascorsi solo dieci minuti dall'inizio del secondo tempo e dopo altri dieci Lautaro sciupa una colossale occasione per calare il tris. Dumfries, Vecino e Sanchez sostituiscono Darmian, Barella e Dzeko con l'idea di sfruttare meglio le praterie concesse dalla Fiorentina. In una di queste si infila El Nino Maravilla che ha sui piedi un pallone importante per scrivere la parola fine sul match, ma il pallonetto si rivela lungo e fuori giri. Fabbri, partita non da applausi pieni, li riceve in tono sarcastico da Nico Gonzalez ed estrae il rosso. C'è tempo per vedere Dimarco e Gagliardini al posto di Lautaro e Calhanoglu e per la ciliegina sulla torta piazzata da mastro Perisic. L'assist è griffato Gagliardini. 

Il simpatico buffetto. Lo meritano Ivan Perisic, Marcelo Brozovic ed Edin Dzeko. L'esterno disputa una prestazione straordinaria in entrambe le fasi. Dalle sue parti, anche nel primo tempo quando la squadra sonnecchia, non si passa. Nella ripresa decolla ed arricchisce l'ottima pagella con la rete della sicurezza. Brozovic è superbo e la sua regia è da Oscar. Nel primo tempo, con il centrocampo nerazzurro imprigionato nei tentacoli viola, è quello che soffre meno. Nella ripresa cresce, e con lui tutta la squadra. Dzeko mette la testa siglando la rete del sorpasso. Un gol benedetto da Inzaghi che ne ritarda la sostituzione con Sanchez. Il bosniaco è a quota quattro reti dopo cinque partite. Scusate se è poco. 

Le rasoiate. Bastoni è in ritardo in occasione del vantaggio Viola. Non sembra in serata di grazia.