Romelu Lukaku alza la voce e si scaglia contro gli insulti social, soprattutto quelli di stampo razzista. L’ex centravanti nerazzurro, intervistato sul tema dalla CNN, si è esposto in prima persona provando a dire la sua sulle possibili soluzioni a questo orrendo problema.
Ecco le sue parole: “Penso che possiamo prendere posizioni più forti. Ci mettiamo in ginocchio, tutti applaudono, ma a volte dopo la partita riceviamo altri insulti. Dovremmo semplicemente sederci intorno a un tavolo e avere un incontro su come intervenire subito. Noi come giocatori possiamo dire: 'Sì, boicottiamo i social media', ma penso che siano i social media stessi a dover venire a parlare con le squadre, con i governi o con i giocatori stessi e trovare un modo per per fermare questo fenomeno perché penso davvero che possano farlo. I capitani e quattro o cinque tra i calciatori più rappresentativi di ogni squadra dovrebbero incontrare il CEO di Instagram e i governi per mettere fine al razzismo da tastiera”.
Dichiarazioni forti, quelle di Lukaku, che vanno in una direzione ben precisa: quella di mobilitare le autorità per provare a sconfiggere questo problema che è abbastanza generalizzato. Sì, perché in questi giorni anche in Italia abbiamo assistito a quanto accaduto al portiere francese del Milan, Mike Maignan, reo di aver ricevuto versi razzisti, all’Allianz Stadium, da parte di un tifoso della Juventus durante il riscaldamento prima del match di campionato tra bianconeri e rossoneri. Un appello forte che vedremo se verrà accolto da parte delle autorità e, soprattutto, se ci saranno delle decisioni per quanto riguarda i colpevoli.