L'Inter segna tanto. Ma, al contempo, subisce anche tanti gol. E' la terra di mezzo in cui oggi è la squadra nerazzurra. La Gazzetta dello Sport fotografa la situazione: “L’ Inter di Simone è ferma a metà del guado, sospesa tra l’estasi e l’inquietudine: sa dominare, e pure tanto, ma a volte traballa un po’ troppo. La squadra ha elaborato definitivamente il lutto di Hakimi-Lukaku e ha armato davanti una potentissima macchina bellica, eppure dietro sta conoscendo affanni a cui non era più abituata”.
Insomma, qualcosa da risolvere c'è. Eppure, ai nastri di partenza il problema sembrava quello di trovare i gol perduti con la cessione del centravanti belga al Chelsea, e della freccia marocchina al Psg. Invece l'Inter sembra non aver perso nulla proprio in zona offensiva (leggi i numeri d'oro – in attacco – della nuova Inter, clicca qui).
Il muro difensivo – spiega il quotidiano – è invece da ricostruire. Riferimento ovviamente a Skriniar, De Vrij e Bastoni. La valutazione è franca: “Il trio offre ampie garanzie, ma un po’ di riposo a qualcuno servirebbe. Ad esempio Skriniar, ingordo, ha giocato 900 minuti filati, 10 partite su 10 tra Inter e Slovacchia senza mai lasciar cadere una briciola”.
Con lo Shakhtar servirà tornare alle antiche abitudini. Un'Inter attenta e invalicabile, non dovrà concedere nulla. Il quotidiano s'interroga sulle differenze dalla passata stagione, proprio in merito alla gara con l'Atalanta appena disputata: “L’anno scorso l’1-0 casalingo alla Dea arrivò con un possesso palla del 44% e un baricentro molto basso fissato a 44,8 metri, mentre quest’ultimo pirotecnico 2-2 è figlio di quasi un 50% di possesso e di un baricentro portato più su, a 51 metri. Insomma, è in atto una mutazione genetica e, per renderla davvero felice, l’Inter ha bisogno di togliersi di dosso ogni insicurezza”.