“Il più grande shock di sempre?” È la domanda che l’Uefa, e non solo l’Uefa, si pone dopo la vittoria dello Sheriff al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. I moldavi guidano ora, a punteggio pieno, il girone di Champions League. E il cammino dell’Inter, in Europa, complice lo 0-0 contro lo Shaktar, è in salita.
Nelle scorse settimane chi scrive, aveva messo in guardia: “La squadra di Tiraspol non è qui per caso”. Sottolineando come, fin da piccolo, non avessi mai creduto alle ‘favole’, avevo soprattutto ricordato che lo Sheriff, nel corso delle qualificazioni, aveva eliminato prima la Stella Rossa di Belgrado e poi la Dinamo di Zagabria senza mai perdere nessuna delle quattro partite. Non poteva (e non lo è stato) essere un caso. Certo la squadra di Yuriy Vernydub non è il Brasile del 1970, quello di Pelé e dei cinque numeri 10 in campo, così come non è lontana parente del grande Ajax di Cruijff, Krol, Neeskens e Muhren. Ma non è neppure la ‘squadra materasso’ che, la sempre poco attenta stampa italiana, ha voluto ritrarre.
Certo, ieri sera (martedì), il Real Madrid ha concluso per 31 volte verso la porta avversaria, mentre lo Sheriff solo 4. Però nel calcio conta sempre e solo una cosa: fare un gol in più degli avversari. Se si vincesse unicamente grazie al gioco, allora, l’Olanda avrebbe vinto i Mondiali del 1974 e del 1978 e l'Unione Sovietica del 1986 sarebbe arrivata fino alla finale dell'Atzeca. E invece… Proprio il gol è l’ormai atavico problema dell’Inter nelle sue campagne europee. Un’ulteriore prova è arrivata a Kiev contro lo Shaktar dopo la scorpacciata di reti divorate contro il Real Madrid. Per favore, le vedove di Romelu Lukaku si facciano da parte: pure nelle ultime due stagioni, durante le quali era presente il centravanti del Belgio, in Champions League abbiamo (stra)faticato. Quindi…
Ora il girone dell’Inter è in salita. Certo, non è ancora il Mortirolo o Lourdes de Hautacam, non è nemmeno la Marmolada o Les Deux Alpes. Non è, però, neanche quella ‘passeggiata’ di salute che si pensava alla vigilia: ‘Certo, abbiamo l’esordio contro il Real Madrid ma poi – era il pensiero dei più – le quattro partite contro Shaktar e Sheriff ci consegneranno la qualificazione…’. No, signori. Non è così perché, grazie agli dèi, il calcio era, è e sempre sarà il gioco meno prevedibile del mondo. La squadra di Simone Inzaghi corre il rischio, sottovalutando lo Sheriff, come tutte le altre formazioni che i moldavi hanno fino a ora incontrato, di andare incontro al più grande shock di sempre. Ci sarà da sudare (e soprattutto segnare) per evitare che l’ultima partita, quella in programma al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid, diventi il ‘partito sin manana’ come direbbero proprio gli spagnoli.
Viviamo uno psicodramma? No non ancora. E per fortuna abbiamo il tempo necessario perché non lo sia mai. L’Inter, così come fecero prima Stella Rossa, Dinamo Zagabria e ieri il Real Madrid, ha considerato lo Sheriff solo una bella storia. Ma anche Luis Carrol pensava di scrivere 'solo' un racconto per la figlia e invece con ‘Alice nel paese delle meraviglie’ ha vergato la favola più lisergica di tutti i tempi. Occhio, quindi, alle previsioni della vigilia…