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Inter, fra bilancio e mercato: il particolare chiave per guardare al futuro

‘Facile inzuppare il biscotto nei 245 milioni di perdite’, non dimentichiamo però quel risvolto chiave. E attenzione a cosa accadrà  già  domenica

Fra la pubblicazione del bilancio, le notizie di mercato e il 'risvolto' del nuovo stadio, francamente, ci permettiamo di fare chiarezza.

L’Inter ha il rosso più alto della storia del calcio italiano. Il Corriere dello Sport in edicola quest'oggi, venerdì 1 ottobre, definisce i numeri 'da profondo rosso' come potete leggere in questo nostro approfondimento. E poi. L’Inter ha chiesto Giacomo Raspadori al Sassuolo: lo ha ammesso, in un'intervista esclusiva ad Andrea Ramazzotti, l'ad neroverde Giovanni Carnevali: qui trovate le sue parole

Queste due notizie, lontane anni, come dicevamo, stanno infiammando le ultime ore sul futuro nerazzurro. Facile inzuppare il biscotto nei 245 milioni di perdite ufficializzate, parlare di perdite monstre, record e vai di titoloni, ma era una notizia quasi scontata, milione più milione meno, tutto sommato una non notizia. Anche perché a molti sfugge un particolare legato al momento pandemico ed a ciò che ha prodotto nelle scelte Uefa, ovvero la sospensione delle previsioni  più stringenti del FFP e soprattutto della break even rule che imponeva bilanci virtuosi ed un massimo di perdite nel triennio.

In  attesa della revisione delle norme europee, i club hanno fatto fronte alle difficoltà del Covid anche organizzando tattiche di bilancio utilitaristiche se vogliamo ma sicuramente lucide ed imposte dalle difficoltà del tempo che ci è dato vivere. In poche parole tutti hanno cercato di caricare gli effetti negativi della pandemia sul bilancio 2020-21 in modo da liberare per quanto possibile i rendiconti degli anni futuri e presentarsi ai nastri di partenza del nuovo FFP con un vestito economico almeno dignitoso.

Razionalizzaziamo in ottica Inter. Come? Lo facciamo con un esempio semplice. La chiusura del rapporto con Antonio Conte ed il conseguente esborso della liquidazione è stata ufficializzata subito dopo la fine del campionato e dunque è andata in carico al bilancio 2020-21. Le cessioni di Achraf Hakimi e Romelu Lukaku sono state formalizzate dopo il 1 luglio, dunque le plusvalenze ottenute, diciamo 80 milioni per fare cifra tonda, andranno ad impattare sul bilancio 2021-22. Non sarebbe stato un problema per nessuno posticipare l’uscita di Conte o anticipare cessioni già scontate ma lo scenario sarebbe cambiato radicalmente. L’Inter avrebbe infatti avuto 100 milioni circa di disavanzo in meno e non solo nessuno oggi griderebbe allo scandalo delle perdite top ma… Anzi: fiorirebbero gli elogi per aver perso molto meno di tutti i competitor nazionali ed Europei. Già, ma così facendo il prossimo bilancio, probabilmente soggetto alle nuove norme UEFA, sarebbe partito zavorrato da poste negative e zero plusvalenze. Se poi aggiungiamo i nuovi contratti di sponsorizzazione con Lenovo e Digital Bits, anch’essi partiti nel secondo semestre di quest’anno, il discorso è ancor più chiaro. L’Inter ha dunque scelto razionalmente di dichiarare una perdita così alta, così come avverrà per tutti i grandi club europei, per preparare un futuro economico più sostenibile. Per questo pensare che la dirigenza nerazzurra sia stata travolta dagli eventi è quanto meno improprio se non strumentale e le parole di Alessandro Antonello di ieri lo dimostrano chiaramente.

Capitolo mercato. Al di là del fatto che adesso sarebbe il momento di pensare a giocare e a portare a casa la pagnotta degli ottavi di finale di Champions League (che vale più di venti milioni se qualcuno lo avesse dimenticato), Giuseppe Marotta e Piero Ausilio fanno bene ad avere le antenne dritte per intercettare ogni possibile occasione possa aprirsi. Ma anche su questo fronte c’è un particolare che molti dimenticano. Quale? Lo stadio. E quel che ne consegue. Indiscrezioni delle ultime ore hanno infatti parlato della “Cattedrale” di Populous vicinissima al traguardo. Domenica, poi, si voterà a Milano. E questa non è una indiscrezione ma una certezza. Una regola non scritta ma fondamentale della politica dice che le scelte divisive come quella sul nuovo impianto si fanno ad inizio legislatura, quando c’è tutto il tempo per far sedare ogni polemica prima del nuovo voto. Ergo, se davvero la nuova amministrazione milanese andrà a formalizzare in tempi rapidi l’accordo con Inter e Milan per il nuovo impianto sarà un giorno magnifico per tutti ma soprattutto per Suning. A quel punto infatti gli Zhang potranno contare sull’enorme plusvalore che la certezza dello stadio porta in dote alla società e, di conseguenza, avere la possibilità di cedere al miglior offerente un asset  indebitato al momento ma con ampie prospettive di utili futuri realizzabili proprio grazie alla nuova infrastruttura.

Quello sarà il momento topico, le logiche dell’economia e la situazione cinese dicono che potrebbe arrivare anche prima del previsto. A quel punto la nuova proprietà (si tratti di fondi o imprenditori di qualsiasi parte del mondo poco importa in questa sede) detterà la sua linea. Da lì partirà la nuova giostra con  prospettive di mercato tutte da scoprire.