Dzeko entra e pareggia, Lautaro piazza il sorpasso. Vittoria di platino

Tre punti di platino. 

L'Inter soffre, subisce il gol, rischia di capitolare, poi si sveglia dal letargo e conquista un successo straordinario. Inzaghi cambia quattro uomini nel momento peggiore e ritrova l'Inter migliore. Dzeko sugli scudi. Handanovic salva-risultato.

Primo tempo. Chi si attende una squadra arrembante, pronta a dimenticare il pari brodino di Kiev, rimane deluso. L'approccio dell'Inter è del tutto errato. I nerazzurri appaiono apatici, abulici, sfilacciati. Completamente in balìa del Sassuolo, l'undici di Inzaghi rimane rintanato in area di rigore, inerme, quasi in attesa dello svantaggio che, puntualmente arriva. Boga svernicia con frequenza Dumfries, poi si prende gioco di Skriniar, manco fosse l'ultimo arrivato, e viene atterrato in area. Rigore netto che Berardi trasforma. Subìto il colpo, l'Inter si accascia senza reagire. Barella ci prova, ma è bravo Consigli. L'unico brivido reale per la porta dei padroni di casa in quarantacinque minuti. Berardi sfiora il raddoppio con un tiro da antologia, prima delle polemiche allo scadere del tempo.Tutto nasce da un retropassaggio sbagliato da De Vrji che lancia Defrel verso la porta nerazzurra. Handanovic esce, Defrel si lascia cadere, ma sia Pairetto, sia il Var, non abboccano all'amo e giudicano regolare l'azione. Si va negli spogliatoi con l'amarezza di aver completamente regalato un tempo agli avversari.

 

Secondo tempo. La ripresa comincia anche peggio del primo tempo. Quindici minuti di assoluto predominio neroverde, con tanto di miracolo salva-risultato di Handanovic, spingono Inzaghi a ben quattro cambi. Entrano Dimarco, Vidal, Darmian e Dzeko al posto di Bastoni, Calhanoglu, Dumfries e Correa. Mosse determinanti. Al bomber bosniaco bastano poco più di trenta secondi per riacciuffare il risultato. Perisic lascia partire un cross paradisiaco per la testa di Dzeko. Per il gigante nerazzurro è un giochino da bambini infilare Consigli. Il gol del pari rivitalizza l'Inter che, come la bella addormentata nel bosco, si desta dal sortilegio malefico di Dionisi e, dopo il bacio del suo principe goleador, comincia finalmente a giocare. I nerazzurri appaiono rinfrancati e trasformati. Prima sfiorano il gol del sorpasso, poi lo trovano. È sempre Dzeko a metterci lo zampino. Il nove dribbla Consigli prima di essere atterrato in area. Rigore sacrosanto che in generosissimo Lautaro trasforma. Ci sarebbe tempo anche per il tris, ma Dzeko – sontuosa la sua partita – è in lieve fuorigioco. Finisce 2-1 per l'Inter, abile nel mantenersi a galla con il mare in tempesta e a condurre in porto la nave verso tre punti fondamentali. 

 

Il simpatico buffetto. Dzeko cambia la partita. Prima realizza il gol del pari, poi si guadagna il rigore che vale il sorpasso. Il suo ingresso è determinante. Handanovic esorcizza i demoni e spegne il Sassuolo. Nel primo quarto d'ora della ripresa compie un paio di miracoli che consentono all'Inter di non subire il raddoppio. L'eventuale 2-0 avrebbe probabilmente chiuso ogni discorso di rimonta per l'Inter.

Le rasoiate. Dumfries, Calhanoglu e Correa finiscono dietro la lavagna. Il primo subisce Boga per 58' minuti. Dalle sue parti l'esterno del Sassuolo penetra come una lama rovente nel burro. Skriniar – non brillante la sua prova – si trova spesso nell'uno contro uno anche per demeriti in fase di non possesso del compagno. Calhanoglu sembra ancora un corpo estraneo nel centrocampo nerazzurro. Fatica in costruzione, nullo l'apporto nella fase di possesso. Bisognerà migliorare alla svelta. Correa non tira praticamente mai, nè riesce a creare quella superiorità che è lecito attendersi da un calciatore della sua classe.

 

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Davide Losc