Stadio, la rielezione di Sala e il ruolo dell’Inter: è il momento decisivo

Stadio Inter: e ora? La rielezione di Beppe Sala a Milano apre ufficialmente la stagione del dialogo.

Ieri (lunedì 4 ottobre, ndr) c'è stata la conferma del primo cittadino. Un successo senza repliche che, tralasciando i risvolti politici, interessa eccome l'Inter. Perché? Perché, nelle prossime settimane, si dovrà prendere una decisione (si auspica definitiva) su San Siro e sul possibile nuovo impianto. Il club nerazzurro, come noto, è da mesi protagonista di uno 'scontro dialettico' con il Comune di Milano. L'oggetto delle polemiche resta quello del nullaosta per la costruzione di un nuovo impianto con il ballottaggio tra due nuovi progetti, certamente molto costosi, ma rimasti fin qui soltanto in fase di disegno su carta.

Partiamo, dunque, da una premessa. Lunedì Sala, nel suo discorso della vittoria, ha teso la mano. In un clima disteso, Il sindaco ha promesso di essere il primo cittadino di tutti. Un'intenzione volta a scacciare le polemiche che, inevitabilmente, hanno caratterizzato la campagna elettorale. Un atteggiamento costruttivo a tutto tondo verso le sfide del domani.

Da qui a dire che l'abbandono (e abbattimento) di San Siro, con tutto il cumulo di concessioni derivanti, sia oggi vicino, ce ne passa. Anzi. Cosa ne sarà effettivamente della questione dello stadio dell'Inter è materia assai incerta me che può (anzi deve) rigenerarsi, inevitabilmente, da quanto avvenuto dopo il voto dei milanesi.

C'è ora un interlocutore e lo sarà per i prossimi anni.

E fa niente che sia lo stesso dei bracci di ferro degli scorsi mesi (leggi le ultime dichiarazioni di Sala sullo stadio, prima della rielezione di ieri, clicca qui). L'Inter è un bene fondamentale e andrà trattato con cura e rinnovata pazienza tra tutti gli stakeholders in campo. Ballano milioni (tanti, tantissimi), che il club nerazzurro vorrebbe incassare per aumentare la sua capacità di spesa, grazie ad un bene di proprietà. D'altronde – si pensi alla Premier League – non sarebbe altro che allinearsi agli esempi virtuosi delle maggiori squadre internazionali. Balla, pure, la resistenza di un Comune che è attento, e sensibile, agli strati più romantici di una pancia cittadina legata alle memorabili gesta vissute nel vecchio impianto. E che, dunque, vuole comprensibilmente garanzie sul progetto societario in essere all'Inter. 

Ecco, appunto. La famiglia Zhang offrirà certezza di continuità nella sua azione? Oppure l'Inter è destinata a cambiare rotta prima di quanto si pensi? Certo, lo stadio potrebbe interessare a qualunque altra proprietà e sembra materia inevitabile da affrontare. Meglio oggi, che dopo. Il gioco delle parti è lì che aspetta la prima mossa. Serve chiarezza. E serve (soprattutto?) una buona dose di determinazione. L'Inter esponga progetti e programmi. Il Comune dia modo al club di affondare un passaggio che genererebbe nuove possibilità di successo. Serve buon senso, prima ancora che uno stadio. I tifosi attendono, speranzosi, iniziative concrete. Il primo passo sembra inevitabilmente toccare alla società nerazzurra. Si riparta, allora, con rinnovate e solide intenzioni (negli scorsi giorni abbiamo fatto chiarezza sullo stato finanziario dell'Inter, clicca qui).