Calhanoglu non si prende ancora l'Inter.
Siamo nel febbraio del 1818 e al Teatro Carignano di Torino Niccolò Paganini, violinista ed eccellenza italiana, esegue uno dei suoi straordinari concerti. Tra il pubblico vi è anche Carlo Felice che, in seguito alla performance musicale del compositore, chiede la ripetizione di un brano. Paganini, abituato ad improvvisare la sua musica e spesso -forse esagerando- lesionandosi i polpastrelli, decide di recare questo messaggio al futuro re di Savoia: “Paganini non ripete”. Questo detto assunse a vulgata, usata tutt'oggi per motivare il rifiuto di ripetere un gesto o una frase.
Siamo nell'agosto del 2021 e Hakan Calhanoglu viene da una prestazione all'esordio contro il Genoa che definirla sublime è probabilmente riduttiva. Si sa che nello sport la difficoltà maggiore, piuttosto che eccellere, è confermarsi. Il turco, in effetti, nella seconda gara interista contro l'Hellas Verona si è preoccupato di raccogliere l'eredità di Niccolò Paganini ed ha offerto una gara quantomeno scialba, in cui di certo “non si è ripetuto”. Troppi palloni persi in mezzo al campo (percentuale di passaggi riusciti scesa al 70.7% rispetto al virtuoso 86.8 ottenuto contro il Genoa), ritmo eccessivamente compassato, una performance abissalmente distante da quella scintillante di soli otto giorni prima. Anche in seguito, le prestazioni del turco caleranno sempre più a picco.
La costanza, si sa, non è certo mai stata virtù dell'ex trequartista del Milan; Inzaghi tuttavia ha tutte le intenzioni di renderlo una vera e propria colonna di affidabilità in questa Inter, facendolo scendere dalla sua classica altalena di rendimento che ha caratterizzato la sua intera carriera. Hakan ha sufficiente tecnica pura per sopperire a questa mancanza di continuità, le motivazioni da trovare saranno naturalmente compito dell'allenatore. Al rientro dalla pausa per le Nazionali l'Inter si ritrova in calendario la Lazio in trasferta. Una gara in cui, per un motivo o per l'altro, il turco avrà possibilità di incidere. La Lazio è una squadra che lascia spazi vista la vocazione offensiva del suo allenatore, e Calhanoglu dovrà riuscire a fare “l'Eriksen” versione contiana.
Situazione in divenire, ma l'obiettivo è chiaro e la platea è già a teatro: Hakan deve riprendere il suo concerto nerazzurro.