L'Inter esce con le ossa a pezzi dall'Olimpico, dove la Lazio si impone per 3-1. Prima ora di gioco perfetta dei nerazzurri, ma poi Irrati concede un rigore più che generoso ai padroni di casa e cambia tutto. Rissa sul secondo gol della Lazio, arrivato con Dimarco a terra, infine Savic chiude i conti. Di seguito le pagelle nerazzurre.
HANDANOVIC 4,5: Solita partita del capitano, nel bene e nel male. Il vizio di respingere la palla in zona centrale costa all’Inter un gol e mezzo (nel primo tempo salvato da Skriniar), e sul terzo gol della Lazio (colpo di testa di Savic) sembra un nonnino privo di elasticità nelle articolazioni.
SKRINIAR 5: Partita quasi perfetta fino al disastro dell’ultimo quarto d’ora. Tanti interventi da oscar, ma decisamente in ritardo sul terzo gol dei padroni di casa, dove ha lasciato a Savic tutto il tempo e lo spazio per saltare e insaccare il pallone.
DE VRIJ 6: Così come il resto del reparto, la sua partita è quasi perfetta fino al rigore regalato da Irrati alla Lazio, che psicologicamente stravolge il match.
BASTONI 5,5: Partita attenta del numero 95 nerazzurro, che quasi sempre riesce a contenere le incursioni dei velocisti laziali. Si propone spesso in avanti, creando più di qualche pericolo ai padroni di casa. Suo il tocco di mano che permette alla Lazio di trovare il pareggio su rigore, ma oggettivamente sembra più un bel regalo di Irrati che un errore di Bastoni.
DARMIAN 6: Partecipa attivamente all’azione che porta al rigore del vantaggio nel primo tempo, ma più in generale dà vita all’ennesima prova da protagonista. Tanta sostanza in fase di copertura, e tanta lucidità in fase offensiva. Nel secondo tempo Inzaghi lo sposta sulla sinistra e si spegne un tantino, per poi sparire come tutta la squadra dopo il 2-1 dei padroni di casa.
BARELLA 6: Energia senza limiti per più di un’ora, nel corso della quale ha letteralmente fatto quello che voleva in campo. Nota di merito per il rigore da lui conquistato nel primo quarto d’ora, simbolo della sua determinazione nel lottare su ogni pallone. Inzaghi lo toglie quando la partita si innervosisce, e conoscendo il suo carattere un po’ irruento si tratta di una saggia decisione.
BROZOVIC 6,5: In campo sembra avere il compasso, con il quale disegna traiettorie di passaggio di una bellezza sopraffina. Giocatore indispensabile per il destino stagionale di questa squadra.
GAGLIARDINI 6: Fa la sua partita, con pochi errori e tanta sostanza. Tiene bene il campo fino al disastro dell’ultimo quarto d’ora.
DIMARCO 6,5: Da esterno e con tanti spazi a disposizione sembra dare il meglio di sé, illuminando il prato con cambi di gioco millimetrici. Il suo ritorno a casa è sicuramente una delle migliori notizie in questo inizio di stagione per l’Inter.
PERISIC 7: Mancano gli attaccanti? Nessun problema, c’è Perisic, che può giocare anche da seconda punta. Serata particolarmente ispirata per il croato, perfetto nel ruolo di compagno di reparto di Dzeko e perfetto dal dischetto nel primo tempo, spiazzando completamente Reina. Nel secondo tempo fa spazio a Correa per scelta di Inzaghi, ma avrebbe potuto dare ancora molto alla squadra.
DZEKO 5,5: Tanto impegno ma poca sostanza stasera per il bosniaco, che non riesce a imporsi sulla retroguardia biancoceleste. La partita non è delle più semplici, ma avrebbe potuto aiutare di più la squadra a salire con le sue innate qualità da boa.
Dalla panchina:
(Dal 66’) CORREA 4: Entra per far rifiatare Perisic, ma in campo non produce nulla. A tratti punta e a tratti fantasista fuori dall’area di rigore, ma nella sostanza totalmente inconcludente.
(Dal 66’) DUMFRIES 4: Entra, sbaglia, inciampa e crea una rissa in campo. La testa è l’elemento fondamentale per vincere, e forse è per questo che l’olandese è rimasto nella periferia d’Europa fino ai 26 anni.
(Dal 66’) VECINO 5,5: Prova a dare il suo contributo, e ci riesce fino al 2-1 della Lazio. Tutto quello che viene dopo è una semplice reazione di nervi, difficile da giudicare.
(Dal 75’) LAUTARO 5: Entra che sembra voler spaccare tutto, ma rischia seriamente di lasciare la squadra in dieci per la sua solita irruenza nelle situazioni difficili. Le qualità tecniche sono quelle di un fenomeno, ma la testa calda gli impedisce di ragionare con tranquillità nelle situazioni delicate.
(Dal 87’) CALHANOGLU 6: Qualche pallone illuminato, ma troppo poco tempo a disposizione per esprimere qualcosa di concreto.