Esclusiva – Inter news: Berni racconta il clamoroso retroscena sugli Zhang
A InterDipendenza parla l’ex portiere nerazzurro. Tanti gli argomenti toccati: da Simone Inzaghi agli addii di Antonio Conte e Romelu Lukaku
Inter news: “Anche se Zhang Jindong si trovava in Cina, Steven e gli altri dirigenti erano sempre presenti”. A parlare, in esclusiva per InterDipendenza, è Tommaso Berni: dal 2014 al 2020 all’Inter.
Berni, dopo la finale persa di Europa League contro il Siviglia, ha appeso scarpini e guanti al chiodo. Oggi si gode la famiglia ma non esclude un futuro nel mondo del calcio. Nel corso dell’intervista, Berni tocca diversi temi: la famiglia Zhang, appunto, la dirigenza ‘italiana’ dei nerazzurri, il tecnico Simone Inzaghi (con cui ha anche giocato nella Lazio). E ancora: Antonio Conte, Romelu Lukaku e infine la Juventus che l’Inter affronterà domenica 24 ottobre (fischio d’inizio ore 20.45).
Nel corso degli ultimi mesi una parte dei media e (buona) parte della tifoseria ha parlato di ‘proprietà assente’. Finché è rimasto all’Inter – Berni non ha rinnovato il contratto scaduto l’1 settembre 2020 -, il portiere racconta tutt’altro. “Anche se Zhang Jindong si trovava in Cina, Steven Zhang e gli altri dirigenti erano sempre presenti. E la loro era una presenza forte. Steven è in gamba, preparato ed è sempre un piacere parlare con lui”. Non solo. Berni sottolinea come “da quando è arrivato Luciano Spalletti, è stata costruita che una dirigenza solida. Mi sono sentito – rimarca – fra braccia sicure e concrete. E non è un caso se poi abbiamo costruito una squadra così e se grandi giocatori sono arrivati all’Inter”. Berni aggiunge: “L'Inter viene presa troppo di mira. È vero – sottolinea – inizialmente con il cambio societario ci sono state difficoltà, ma era normale”.
Oggi, come detto, Berni si gode il riposo insieme alla famiglia ma non esclude un futuro nel mondo del calcio: “Avrei continuato volentieri all’Inter – ammette – ma con l'arrivo di Ionut Radu non ho potuto proseguire l'avventura. Dopo la finale di Europa League persa, ho salutato tutti con la consapevolezza che non sarei rimasto. Ma una cosa ho voluto dirla: L'anno prossimo vinciamo lo Scudetto”. Berni confessa quindi un rimpianto: “Mi sarei fatto un giro con loro sul pullman per godermi la vittoria, ma per colpa del Covid-19 non ho potuto”.
Tornando al presente Berni, che con Inzaghi ha giocato, rassicura tutti: “Sento ancora i miei ex compagni e il gruppo è solido. Continueranno sulla scia di Conte e se la giocheranno per lo Scudetto. Simone – continua l’ex portiere – se lo merita. È l'allenatore giusto ed è entusiasta di questo progetto. Lui è ossessionato dal gol”. Inzaghi raccoglie la (pesante) eredità di Conte che ha scelto di non proseguire la sua avventura con l'Inter: “Non mi aspettavo che lasciasse, però – continua Berni – devo dire che non conosco le dinamiche dell'ultimo anno. Se lo ha fatto è perché ha valutato attentamente tutte le possibilità. È una persona molto responsabile e profonda”. A lasciare, durante l’ultima sessione estiva di mercato, è stato anche Romelu Lukaku, passato al Chelsea per 115 milioni di euro. “Quando ero all’Inter, lui ha sempre voluto bene alla squadra. Era – racconta Berni – una persona vera, gioiva e soffriva per l'Inter. Ci sono state tante voci su di lui negli ultimi mesi, ma alla fine la verità”.
Parlando sempre di mercato, si rincorrono le voci di un possibile arrivo di Andre Onana dall’Ajax. Motivo? Raccogliere l’eredità di Samir Handanovic. “Sarà difficile che Samir lasci il posto tanto facilmente” dice subito Berni. “Conoscendolo – rivela – se la giocherà fino alla fine anche perché lui, finché si divertirà, continuerà a giocare. Nonostante Onana sia un ottimo portiere, continuo a vedere Handanovicc come uno dei più forti”.
Berni affronta quindi l’ultimo capitolo: Inter-Juventus, il big match di domenica sera. Accendendo i motori della macchina del tempo, Berni torna al ‘famoso’ fallo non sanzionato di Miralem Pjanic su Rafinha. Lui ha vissuto in prima persona l’errore di Daniele Orsato: “C'è poco da dire. In quella gara l'arbitraggio ha avuto un metro ben preciso tranne in quell'occasione. Ovviamente c'era rabbia, ma – conclude Berni – nessun confronto a fine partita con il direttore di gara. È ormai acqua passata. Fin da subito dovevamo concentrarci sul futuro per crescere e continuare a perseguire i nostri obiettivi”.