Inter: Luigi Prisco racconta diversi aneddoti sul papà, Peppino, grande simbolo interista, in vista della sfida contro la Juventus.
Oggi, sabato 23 ottobre, sulle colonne della Gazzetta dello Sport è apparsa l'intervista di Davide Stoppini a Prisco jr. Luigi ha raccontato tanti aneddoti sulla rivalità tra Inter e Juventus, di cui abbiamo analizzato precedentemente episodi come lo scontro Ronaldo-Iuliano. “Non l'ho mai chiamato papà, nemmeno a casa” ha rivelato. Subito una domanda che accende le rivalità storiche: peggio Milan o Juve? “Fino al 1951 la rivalità era con i bianconeri. Poi da quello scudetto regalato al Milan, la Juventus è diventata meno fastidiosa”. Prisco ha aggiunto: “Il fatto è che il milanista lo hai in casa, lo juventino no. Peppino diceva che non c'è più 'cretino' di un milanese juventino”. La rivalità con la Juventus è sempre stata molto sentita come conferma Luigi Prisco. “Una volta perse la bussola contro la Juve. Erano gli anni Ottanta. Aveva in tasca monetine, cominciò a tirarle. 'Volete pure queste?' urlò”.
Insomma, Peppino Prisco era una persona unica. “Mi nascose l’esistenza delle altre squadre. Gli chiedevo del Milan o dell’Atalanta, e lui rispondeva: 'Sono quelli che devono perdere con noi'. Praticamente, l’Inter come gli Harlem Globetrotters”. Su chi fosse il giocatore preferito di suo padre, Luigi non ha dubbi: Giuseppe Meazza. E sullo juventino più stimato? “Boniperti, certo”. Sulla frase più iconica di Peppino – 'quando stringo le mani a uno juventino, poi mi conto le dita' -ha aggiunto: “Mutuò quel che si diceva dei levantini. La Juventus è sempre stata forte, non aveva bisogno di aiuti ogni volta”.
Infine un salto sull'Inter dei giorni nostri. “Chi è l'Inter oggi? Chi la Juve?”. Luigi Prisco non ha dubbi: “Noi siamo Barella e Ranocchia, loro sono Chiellini”. Proprio sullo scontro tra il capitano bianconero ed il nostro Edin Dzeko trovate un approfondimento sul nostro sito.