Inter news: nei nerazzurri vittoriosi ad Empoli c’è una firma che si prende la scena su tutte le altre.
Sì perché nella prestazione di Danilo D’Ambrosio al Castellani c’è davvero tutto: attacco, difesa, leadership e.. Thrilling. Fondamentali come fossero i quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco) comuni a tutte le cosmogonie. Sia secondo la tradizione Occidentale che Orientale, dall'equilibrio di tali elementi dipendeva la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo, esattamente come ieri notte è dipesa quella dell'Inter.
Il primo elemento, l’attacco, è decisivo quando viene scatenata la sua “capocciata” che vale il gol con cui l’Inter sblocca la partita: cross di Sanchez, D’Ambrosio sovrasta Luperto e trafigge Vicario, risolvendo così una mezz’ora complicata per la sua squadra. L’Empoli di Andreazzoli, infatti, si era reso pericoloso con un’occasionissima dello stesso Luperto murato in extremis – ed a portiere battuto – da chi? Dalla difesa di Danilo, ovviamente. Con quello di ieri, inoltre, il classe 1988 è diventato uno dei due soli difensori ad aver trovato il gol in Serie A in ciascuna delle ultime sette annate. Insieme a Leonardo Bonucci.
Nella gara dell’ex terzino del Torino, tuttavia, c’è spazio anche per altri due elementi: la leadership di D’Ambrosio emerge quando, subito dopo il gol decisivo realizzato, si fionda verso la panchina nerazzurra ad abbracciare Denzel Dumfries, bersagliato con critiche ed offese negli ultimi giorni post Juventus: il suo fallo da rigore su Alex Sandro (qui il nostro focus) è una ferita che ancora sgorga sangue. D’Ambrosio va a dedicare dunque la sua marcatura al compagno che, più di tutti, sta vivendo un momento davvero delicato. Amico, compagno, prima ancora che calciatore. L’ultimo episodio è quello thrilling in area di rigore nerazzurra, dove Danilo tocca Bajrami da dietro. Chiffi vede tutto, i toscani protestano, ma l’arbitro ma non concede il rigore ai padroni di casa considerando plateale la caduta del trequartista. Nonostante alcuni secondi di ansia pura per gli interisti, niente rigore e niente VAR (qui le pagelle e l'analisi dell'episodio).
D’Ambrosio non avrà la spinta di Maicon, la solidità di Skriniar, né il talento di Eriksen. Eppure è da anni nel cuore degli interisti, come fosse un simbolo. La sua incredibile capacità di rivelarsi sempre decisivo quando chiamato in causa, d’altronde, sembra un potere scaturito dal sovrannaturale. Ecco perché, ancora una volta, ci ritroviamo ad elogiarlo. Vi presentiamo il Danilocentrismo.