Inter news, continua la bufera sugli arbitri e l’intervento del Var in Serie A.
Gli episodi in Roma-Milan sono solo gli ultimi di una lunga serie, i club chiedono uniformità di giudizio. Nelle ultime settimane è scoppiato il caos per alcune scelte discutibili e soprattutto per i differenti metodi di giudizio attuati. Al centro del mirino è proprio il ‘protocollo’ da seguire nei casi al limiti di rigore e il conseguente intervento del VAR. La tecnologia, che avrebbe dovuto dare una mano agli arbitri, si sta rivelando un’arma a doppio taglio. Il problema è però rappresentato da un uso incoerente che se ne fa e dalla ancora troppo ambiguo regolamento. L’attuale sistema, inoltre, incentiva la simulazione e in alcuni casi va contro anche alla lealtà sportiva. Il risultato? un evidente danno di immagine e credibilità per il calcio, lo sport più famoso al mondo.
Un esempio? La valutazione del contatto Kjaer-Pellegrini in Roma-Milan (qui la bufera sull'arbitraggio), episodio molto simile a quello di Dumfries su Alex Sandro di domenica scorsa in Inter-Juventus (qui l'articolo). Stessa situazione ma due differenti metodi di giudizio. Ieri sera l’arbitro Maresca ha deciso di lasciar correre e il Var di non intervenire mentre nel derby d’Italia dopo la scelta dell’arbitro Mariani di non intervenire ci ha pensato il Var Guida a richiamare l’arbitro a rivedere l’azione per poi concedere un calcio di rigore. Quindi quale sarebbe stata la decisione corretta? Serve chiarezza, una volta per tutte, sulla questione.
La soluzione, secondo il giornalista Roberto Zanni in un suo articolo sul Corriere dello Sport oggi (2 novembre) in edicola, potrebbe essere quella di “mettere in discussione seriamente le norme interpretative del regolamento, la formazione dei direttori di gara, le procedure di motivazione e valutazione delle decisioni del designatore”. Secondo il giornalista è arrivata anche l’ora di introdurre il cosiddetto “Var a chiamata”.