Inter news: Nicolai Lilin, 41enne scrittore noto al grande pubblico soprattutto per 'Educazione Siberiana', ha tre passaporti come ricorda la Gazzetta dello Sport: moldavo, italiano e transnistriano. Intervistato dalla rosea, Lilin illustra la terra dove stasera giocherà l'Inter. “Non vedrò il match e non faccio il tifo, ma che si capisca cosa è la Transnistria è un bene per tutti”, dice.
Per Lilin la regione è una scheggia creata dalla frattura dell’Urss. Da sempre un enorme magazzino di armi sovietiche, una piattaforma bellica da attivare in chiave anti-occidentale in caso di aggressione: ancora, a suo dire, ci sono 250 testate nucleari attive. “Il calcio ci è sempre interessato poco o niente. Questa squadra è solo un progetto politico per far parlare il mondo della regione”. Frase che è tutta un programma.
L'intervista si sposta poi sul presidente del club, Victor GuÈ™an, che pare non si faccia fotografare da 20 anni. Lilin afferma che si tratta semplicemente di un agente del Kgb e un uomo forte del gruppo Sheriff. GuÈ™an è il garante di questo potere e progetto politico che passa anche dai risultati della squadra: “normale che non si mostri in giro”, chiosa Lilin.
Il potere economico dello Sheriff, prosegue Lilin, nasce dal fatto che parliamo di una holding privata creata quando questa regione è rimasta bloccata, separata dal resto del mondo. Allora, secondo un’idea del Kgb e del governo locale, la piattaforma Sheriff gestisce ogni rapporto economico della Transnistria, aggirando ovviamente le vie legali. È quello che fa vivere la regione in maniera non ufficiale, ed è di fatto la più grande risorsa economica del Paese.
E quando gli viene chiesto “Come verrà accolta l’Inter?”, Lilin conclude così: “La squadra trova un Paese aperto, di gente amichevole. Si vive in pace, anche se dietro le quinte dilaga il malaffare”.