Inter, Pif apre al mercato Cina: situazione e scenari
Il fondo saudita si è limitato ad USA ed Europa: l’obiettivo è aprire gli investimenti alla Cina per rafforzarne i legami economici
Inter: il fondo sovrano dell’Arabia Saudita (PIF) sarebbe pronto a dare inizio a massicci investimenti in società cinesi, dopo aver fino ad ora limitato principalmente il suo raggio d'azione estero agli Stati Uniti d’America e all’Europa.
Secondo quanto espresso da Bloomberg e riportato da Calcio & Finanza, il Public Investment Fund da 450 miliardi di dollari ha richiesto una licenza come investitore istituzionale straniero qualificato in Cina. Un’apertura verso la Cina avrebbe senso per il regno, allo scopo di rafforzare legami economici attraverso gli investimenti del suo fondo sovrano. La Cina è il più importante ed esteso partner commerciale del regno e uno dei principali clienti per Saudi Aramco, società con al comando il governatore del PIF Yasir Al Rumayyan.
Il PIF, che al momento non ha rivelato alcun tipo di investimento in Cina, ha l’obiettivo di arrivare a gestire asset per due miliardi di miliardi di dollari, una cifra enorme, e divenire una potenza globale negli investimenti. Ma da quando cinque anni fa ha svelato un piano per trasformarsi da una holding focalizzata sul mercato interno – rimarca ancora Bloomberg –, i suoi investimenti sono giunti principalmente negli Stati Uniti e in Europa.
Il suo primo importante accordo internazionale è stato un investimento da 3,5 miliardi di dollari in Uber Technologies Inc. nel 2016. A marzo, quando i mercati globali sono crollati durante l’alba della pandemia, il PIF (qui le novità più recenti) ha ottenuto un trasferimento di 40 miliardi dalle riserve del regno per scommettere che le azioni si sarebbero riprese in modo veloce.
Nello specifico, sono stati svelati 10,1 miliardi di dollari di partecipazioni in società quotate negli Stati Uniti d’America tra cui Walt Disney Co., BP Plc. e Boeing Co., alla fine di giugno dello scorso anno, quote poi rivendute per la maggior parte tre mesi dopo, con l’impennata dei mercati.