Milan Inter, la disfatta nerazzurra con Coppi e Bartali superstar
La storia di una stracittadina che pochi conoscono, un derby eccezionale per i protagonisti in campo e per il risultato finale
Milan Inter – Le storie del derby di Milano sono innumerevoli, fatti e personaggi che hanno fatto la storia della stracittadina e che hanno fornito argomenti a iosa per giornalisti, scrittori e registi.
La prima gara tra rossoneri e nerazzurri giocata all’estero, a Chiasso il 19 ottobre 1908, giocatori come Minaudo e Comandini che hanno avuto la loro giornata di celebrità per aver deciso un derby salvo poi tornare nell’anonimato, 5 fratelli in campo con la stessa maglia (i nerazzurri Cevenini nel gennaio del 1921 sono solo tre delle innumerevoli curiosità di una storia pluricentenaria
Una delle meno note riguarda un derby che non c’è mai stato per gli annali ufficiali del calcio, quello del 14 gennaio 1950, giocato all’Arena di Miano con due protagonisti d’accezione in campo, Fausto Coppi e Gino Bartali. Un’amichevole per scopi di beneficienza che richiamò sugli spalti un pubblico di tutto rispetto, oltre 20 mila persone, in un intreccio di rivalità calcio-ciclistiche senza pari.
I rossoneri schiararono “l’airone”Coppi, capitano di una selezione di ciclisti del nord, Ginettaccio Bartali fu invece il leader di una squadra nerazzurra composta da ciclisti toscani. L’unico calcatore vero presente quella sera fu Giuseppe Meazza nelle insolite vesti di arbitro coadiuvato da 4 guardalinee d’eccezione, gente abituata a correre ma senza la bandierina in mano come Costante Girardengo, Gaetano Belloni, Alfredo Binda e Learco Guerra
Tra i rossoneri Fiorenzo Magni in porta, Coppi schierato all’ala destra come ogni fuggitivo che si rispetti, suo fratello Serse in mediana mentre Alfredo Martini era a guardia della porta nerazzurra con Bartali anch’esso sulla fascia.Le cronache dell’epoca informano che il calcio d’inizio fu dato da Tino Scotti, attore teatrale amatissimo dal pubblico milanese con un passato nelle giovanili interiste.
La partita non ebbe storia, il dominio dei rossoneri fu totale. Il primo tempo si chiuse con un 4 a 0 perentorio ma la ciliegina sulla torta arrivò a metà ripresa quando Fausto Coppi superò a modo suo due nerazzurri per poi beffare con un diagonale perfetto sul secondo palo Martini, uscito alla disperata.L’unico squillo nerazzurro venne proprio da un colpo di testa di Bartali finito fuori dallo specchio della porta rossonera di poco.
Il risultato finale fu di 6 a 0 grazie alla tripletta di Conte, alla doppietta di Casola e al gol dell’”airone”. “Il Milan ha maramaldeggiato” fu il commento dello Sport illustrato del giorno dopo ma tutti i protagonisti uscirono soddisfatti per l’unicità dell’occasione e per gli 8 milioni incassati dal botteghino.
Coppi chiuse con il gol un’annata straordinaria che lo aveva visto trionfare nel Giro e nel Tour, primo in assoluto a realizzare la formidabile accoppiata, oltre alla Sanremo ed al Giro di Lombardia. Per Bartali fu invece una stagione dai toni grigi, culminata nei 12 minuti di distacco rimediati dal grande avversario nella Cuneo Pinerolo del Giro, quando Mario Ferretti iniziò la sua radiocronaca con la frase passata alla storia del giornalismo sportivo “un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”.