Inter – Mai come questa volta la sosta per la Nazionale azzurra è capitata in un momento poco opportuno per l’Inter. Dopo il derby, prima del Napoli, ma soprattutto in vista della partita che darà il primo segnale davvero decisivo per la stagione nerazzurra, quella con lo Shakhtar.
I ragazzi di Inzaghi avrebbero avuto bisogno di qualche giorno di calma e allenamenti alla Pinetina per rinforzare l’equilibrio faticosamente ritrovato dopo un inizio caratterizzato da alti e bassi insostenibili per chi mira al vertice. Dal derby d’Italia in poi l’Inter ha ritrovato distanze, tempi di gioco, gli automatismi soprattutto difensivi indispensabili per chiudere la saracinesca davanti ad Handanovic e da qui costruire le premesse per una fase offensiva più efficace.
Invece siamo a scorrere le notizie provenienti da tutto il mondo e a scrutare gli azzurri di Mancini con il timore, più che fondato visto quanto sta accadendo, di leggere di nuovi infortuni o di scoprire che anche gli indistruttibili hanno bisogno di tirare il fiato. Ogni riferimento a Nicolò Barella è puramente voluto, quello a Bastoni e De Vrij invece pure. Inzaghi rischia di dover preparare le due partite più importanti senza due terzi della difesa titolare, con Dzeko ancora acciaccato e con le pile scariche di quasi tutti gli altri.
Il Napoli scenderà a San Siro consapevole della propria forza e delle difficoltà nerazzurre, il desiderio di rivincita di Spalletti sarà un elemento in più da non sottovalutare. Con il Milan impegnato a casa di una Fiorentina decimata da squalifiche e malattie trovarsi domenica sera con le distanze immutate sarebbe già un mezzo successo, il tempo per recuperare in campionato basta e avanza.
Tre giorni dopo arriveranno a San Siro gli ucraini di De Zerbi, con il loro punticino in classifica ma con la solita voglia di vender cara la pelle, quest’anno ancor di più visto chi siede sulla loro panchina. Tre scontri negli ultimi 12 mesi, tutti finiti a reti inviolate, fanno dello Shakhtar il vero spauracchio europeo dell’Inter, una immagine da togliere di mezzo una volta per tutte, una tradizione da interrompere perché qui tempo non ce n’è, gli ottavi di Champions o si fanno mercoledì o non si fanno, per l’ennesima volta.
Il destino è tutto nelle nostre mani, diceva il mister dopo lo Sheriff. Ha ragione, se il mondo non si è rovesciato completamente le motivazioni dell’Inter dovrebbero esser tali da sopperire anche agli infortuni mentre il Real Madrid sarà chiamato a mettere in ghiaccio la sua qualificazione a casa dei moldavi che dovrebbero aver esaurito la scorta di jolly.
Shakespeare ha scritto che “gli uomini in certi momenti sono padroni del loro destino; la colpa non è delle nostre stelle, ma nei nostri vizi.” Con Napoli e Shakhtar l’Inter deve andare a prendersi il suo futuro, con le buone o con le cattive, con qualche cerotto e il coltello tra i denti. I vizi ci sono, la malasorte pure, Inzaghi dovrà essere capace di nascondere tutto in questi 10 giorni, fare di necessità virtù e tirar fuori dai ragazzi che scenderanno in campo anche l’ultima stilla di sudore e orgoglio.