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Inter, ottavi di Champions vicini. Una doppietta di Dzeko asfalta lo Shakhtar

Rubrica ideata e curata dall’agente Fifa Sabatino Durante e dal direttore editoriale Raffaele Garinella. Pelo e contropelo ai protagonisti nerazzurri

Inter-Shakhtar Donetsk 2-0

Simone Inzaghi ad un passo dalla qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Un traguardo che Luciano Spalletti ed Antonio Conte avevano fallito. A meno di clamorosi colpi di scena – una nuova vittoria dello Sheriff contro il più quotato Real Madrid – l'Inter continuerà il percorso di crescita in Europa. I nerazzurri praticano un calcio totale. Mente aperta, squadra votata all'attacco e tanti saluti al catenaccio all'italiana. De Zerbi ci ha provato, ma se in Ucraina la sua squadra è stata baciata dalla fortuna, al Meazza nulla ha potuto contro lo strapotere nerazzurro. Unico pericolo corso da Handanovic, il palo colpito da un eccellente Dodo. Davvero poco per pensare in grande in Europa. Chi pensa invece in grande è Edin Dzeko. Il cigno bosniaco vince il conforto a distanza con Romelu Lukaku. Dzeko ha fatto la differenza proprio dove il gigante belga, straripante in campionato, aveva toppato. 

Primo tempo. Tanta imprecisione ed un pizzico di malasorte. I primi quarantacinque minuti dell'Inter sono racchiusi in molteplici occasioni sfruttate male. Al 12' è Barella a non capitalizzare l'errore di Vitao. Il centrocampista nerazzurro non inquadra la porta da pochi passi. Dieci minuti dopo è Lautaro a calciare in area trovando la respinta arancionera. Dopo due minuti è Ranocchia da calcio d'angolo a spedire la sfera a lato. Neanche un minuto dopo ecco Dzeko calciare addosso a Trubin, che si oppone in presa bassa. È ancora Lautaro al 36' a non controllare bene in pallone. Costretto a calciare di punta, El Toro trova la respinta di un ottimo Trubin. E lo Shakhtar? Spettatore non pagante. A galla nonostante un primo tempo praticamente non sufficiente. Misteri del calcio.

 

Secondo tempo. Si scatena Edin Dzeko. Dopo una rete regolare annullata inspiegabilmente a Lautaro Martinez, il centravanti bosniaco mette le cose in chiaro e a posto. Quindici minuti per sferrare il destro decisivo sfruttando un rimpallo di Marlon su tiro di Darmian. Una maledizione esorcizzata dopo una settantina di tiri in porta – in tre incontri ufficiali – contro la squadra ucraina. Passano sei minuti e l'Inter trova il meritato raddoppio. Un indemoniato Perisic – Dodo lo vede sfrecciare come Beep Beep contro Willy il coyote – si invola sulla fascia sinistra e crossa per l'inzuccata vincente di Dzeko. Il resto è accademia con Inzaghi che concede spazio a Correa, D'Ambrosio, Vidal, Sensi e Dimarco.

Il simpatico buffetto. Giù il cappello di fronte ad Edin Dzeko. Quando militava nella Roma aveva già passeggiato sullo Shakhtar. Impresa che riesce anche in nerazzurro. Due reti per frantumare il sortilegio ucraino. Eccellenti anche le prove di Perisic e Calhanoglu. L'esterno croato si concede un tempo per prendere le misure a Dodo, poi lo supera ripetutamente. Suo l'assist per il definitivo 2-0 di Dzeko. Calhanoglu condisce una prestazione tutta sostanza con recuperi che lo avvicinano sempre più alla mezzala ideale per il 3-5-2 di Inzaghi. 

Le rasoiate. Prestazione ben oltre la sufficienza per tutti i calciatori nerazzurri entrati in campo. Se proprio volessimo, per pignoleria, cercare il pelo nell'uovo, allora dovremmo sottolineare la prestazione di Barella, non all'altezza delle precedenti. Il centrocampista nerazzurro è parso stanco. È imprescindibile ma avrebbe bisogno ogni tanto di rifiatare.