Real Madrid-Inter 2-0
Un tempo e nulla più. L'Inter di Madrid dura quarantacinque minuti contro una squadra più forte, più pronta per determinate competizioni e maggiormente preparata per gestire le emozioni che gare di Champions League sanno regalare. Di Kroos e Asensio le reti dell'undici di Ancelotti. Barella reagisce ad un fallo di Militao e si fa espellere, compromettendo l'incontro quando si era sul punteggio di 1-0.
Primo tempo. Inter molto bella, Real Madrid estremamente cinico. I nerazzurri giocano, i blancos segnano. Con il minimo sforzo, grazie ad una rete di Kroos. La squadra di Ancelotti sfiora il raddoppio con Rodrygo, il cui colpo di testa su assist di Kroos, va a sbattere sul palo. Due episodi, ad inizio e fine tempo. Nel mezzo tanta Inter. Bella davvero la squadra di Simone Inzaghi, a cui manca l'ultimo passaggio per andare a nozze.
Secondo tempo. L'Inter smarrisce la retta via, perdendo bussola e Barella. Il centrocampista nerazzurro reagisce ad un fallo di Eder Militao guadagnando anzitempo gli spogliatoi. Peccato perché lascia l'Inter in dieci e si preclude la possibilità di disputare l'andata degli ottavi di finale. Inzaghi, che nel frattempo aveva sostituito Dumfries, Brozovic, Calhanoglu e Dzeko con Dimarco, Vidal, Vecino e Sanchez, è costretto a richiamare in panchina Lautaro. Dentro Gagliardini con l'obiettivo di evitare imbarcate. Sull'Inter cala il sipario quando Asensio indovina il sinistro e piazza il raddoppio. L'Inter, che già aveva smesso di essere pericolosa come nel primo tempo, sparisce dal campo, lasciando al Real Madrid gli onori della serata.
Il simpatico buffetto. Brozovic si conferma migliore in campo. Quando Inzaghi lo sostituisce, si spegne la luce sull'Inter.
Le rasoiate. Lautaro, Dzeko e Calhanoglu non sono apparsi brillanti. El Toro è sempre stato chiuso nella morsa della difesa del Real Madrid, mentre Dzeko non ha illuminato nè in area di rigore, nè con giocate degne del suo straordinario repertorio. Palma del peggiore in campo per Barella. Il centrocampista nerazzurro si mangia il gol del pareggio e si fa espellere per una ingenuità che, un calciatore della sua importanza, non deve commettere.