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Inter, 100 anni di Prisco, lo scherzo finale glielo ha fatto il tempo

Inter Prisco – Oggi avresti fatto 100 anni.

Mi piace immaginarti sereno sulla tua poltrona, con il tuo berretto nerazzurro calato quasi sugli occhi a mo’ di guerriero. Mentre figli e nipoti sarebbero stati  impegnati tra preparativi, candeline e torte, il tuo primo pensiero sarebbe andato ai tuoi amici alpini della Divisione Julia, al pallone portato in Russia per dare loro un attimo di serenità, alla battaglia di Nikolajewka, alla fortuna che ti volle tra i 162 che tornarono dei 1653 partiti.

Avresti strinto forte la mano di Lalla, una vita insieme, un amore profondo rafforzato dall’ironia e dalla impossibilità  di annoiarsi vicino a te. Avresti guardato con orgoglio e scherzato con Luigi, alpino e interista come te anche se meno radicale (il che non andava per niente bene) e con Anna ricordandogli i canti delle penne nere con cui la intontivi durante i viaggi in auto verso le vacanze  o verso lo stadio.

Avresti mandato al diavolo gli “sfairakresis”, i rompiballe noiosi anche se solo desiderosi di farti gli auguri.

Saresti tornato col pensiero al Presidente Masseroni che ti aprì le porte dell’Inter, alla notte di Vienna, a quella di Moenchengladbach, ad Angelo Moratti che ti spedì in panchina per tener d’occhio il Mago Herrera.

Avresti chiesto al tuo collega di studio se si fosse ricordato di mettere lo stemma del Milan in fondo al water, avresti suggerito a qualche amico o collega rossonero un buon ristorante dove passare i prossimi mercoledì di Coppa, anche senza maxi schermo, tanto non  serve

Tra due giorni saranno anche 20 anni senza di te, come se il tempo avesse deciso di renderti pan per focaccia, un brutto scherzo finale dopo averti ammirato prendere in giro gli altri per una vita intera.

Tanti soprattutto tra i tifosi più giovani, ti hanno conosciuto  solo sui filmati d’epoca su You Tube o per qualche aneddoto dei tuoi. Non sanno cosa si sono persi. Uno di loro mi guardò stranito a Monaco nel 2011 mentre il 2 a 2 con il Bayern ci estrometteva dalla Champions. Avevo urlato ad un amico nella fila di sotto che il terzo ce lo avrebbe fatto Peppino Prisco. Scommetterei una cifra che quel ragazzo, ogni tanto ripenso al suo volto,  avrà pensato che Prisco non stava giocando e che io fossi ubriaco.

Avevo ragione io Peppino, quel gol non lo fece Pandev, lo facesti tu,  sei sempre stato lì in campo, con i tuoi ragazzi nerazzurri di ieri e di oggi e di domani, senza servire mai nessun padrone che non fosse l’Inter.

Buon compleanno Peppino, manchi non sai quanto, specialmente adesso che abbiamo ricominciato a vincere. Goditi questa giornata, a farti la festa ci saranno Giacinto e Mariolino, Mauro e Tarcisio e tanti altri. Ma riguardati, non ti distrarre più di tanto, avremo bisogno di te per altri 100 anni.