Inter Liverpool – Come diceva la legge di Murphy? “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo”. Il sorteggio di Champions League è andato proprio così. Che poi quel qualcuno sia un server o un dipendente dell’Uefa a questo punto poco importa, per qualche ora c’è stato l’Ajax adesso c’è il Liverpool, teniamoci il cetriolo e guardiamo avanti.
Dopo il fattaccio la tifoseria nerazzurra si è scatenata, non poteva essere che così, ma almeno stavolta il dibattito ruota su concetti tecnici di un certo livello. L’Inter può giocarsela? Quante possibilità hanno davvero i ragazzi di Inzaghi di approdare ai quarti dopo una gita ad Anfield? Quanto inciderà l’abitudine dei Reds a giocare partite di questo livello rispetto alla relativa inesperienza nerazzurra?
Tutto da sintetizzare in due orientamenti contrapposti, quelli che “mettiamoci l’animo in pace” e coloro che fanno della speranza la loro stella cometa. Se fosse successo a cavallo tra ‘700 e ‘800 sarebbe stato un esempio perfetto dello scontro culturale che infervorò gli intelletti di quell’epoca. Da una parte gli Illuministi, coloro che sostenevano il primato della ragione, dei numeri, della scienza. In poche parole gli antenati di quella frangia nerazzurra che, nonostante l’ottimo momento della squadra di Inzaghi, considerano “ingiocabile” lo scontro gli inglesi. La ragione dei valori tecnici, dei risultati, della tranquillità societaria ed economica parla chiaro, troppa la differenza, sarà già un successo uscire dal turno a testa alta.
Dall’altra parte il Romanticismo nerazzurro, gli alfieri dello Sturm und drang nerazzurro che alzano la bandiera dell’elemento umano, del sentimento, della necessità di rivalutare l’irrazionale, tutti elementi a cui si rifanno quei tanti tifosi spinti dalla passione verso la convinzione che non sempre il più forte ha la meglio e che dunque l’Inter possa affrontare i Reds magari non alla pari ma senza partire battuti in partenza.
E’ innegabile che le ultime prestazioni con Roma, Spezia, Venezia e Cagliari ed il fatto di aver riconquistato il vertice della classifica abbiano creato un clima di entusiasmo dilagante nel mondo dei tifosi interisti ma è altrettanto evidente che stiamo parlando di piani diversi, non appena il livello si alza il discorso cambia come ha dimostrato la partita con il Real Madrid. La qualità del gioco nerazzurro resta di ottima fattura ma questo rischia di non essere sufficiente di fronte ad avversari che macinano personalità, esperienza, qualità e soprattutto una intensità sconosciuta non solo all’Inter ma a tutto il calcio italiano.
Abbiamo di fronte due mesi per temere o due mesi per sognare, le prossime settimane saranno ricche di analisi e speranze. Una fortunata campagna pubblicitaria di qualche tempo fa declamava che l’attesa è essa stessa il piacere, sarà interessante scoprire giorno dopo giorno se davvero i tifosi la pensano così.