Inter, manita a Salerno grazie ad un calcio totale. Champagne nerazzurro
Rubrica ideata e curata dall’agente Fifa Sabatino Durante e dal direttore editoriale Raffaele Garinella. Pelo e contropelo ai protagonisti nerazzurri
Salernitana-Inter 0-5
C'è sempre una prima volta. In ogni cosa. Vale nella vita, figuriamoci nel calcio. Nell'Inter che espugna l'Arechi di Salerno per la prima volta nella sua storia c'è tanto di Simone Inzaghi. In quello che tanti anni fa avrebbe potuto essere il suo stadio – se solo Marcelo Bielsa si fosse accordato con la Lazio – la sua Inter archivia la pratica in poco più di mezz'ora. Le reti di Perisic e Dumfries – i due esterni – consentono ai campioni d'Italia di gestire risorse psicofisiche in vista del più arduo impegno contro il Torino. Sontuosa l'azione del 3-0 di Sanchez. Guardare – e riguardare – per credere. Di Lautaro Martinez e Gagliardini le altre due reti dei nerazzurri.
Primo tempo. Inzaghi lascia in panchina Skriniar e Lautaro Martinez. Dentro D'Ambrosio e Alexis Sanchez. La Salernitana punta sull'eterno talento di Frank Ribery e su Simy. I granata cercano di chiudere gli spazi, ma la manovra corale dell'Inter è avvolgente. I nerazzurri passano dopo undici minuti. Calcio d'angolo battuto da Calhanoglu per la testa di Perisic e vantaggio figlio di una delle specialità dell'Inzaghismo: gol su calcio da fermo. La Salernitana prova a reagire affidandosi a ripartenze più impulsive che razionali. In una di queste l'ex Obi sfiora il pari. Bravo Handanovic a deviare in corner. Un fuoco di paglia. A scaldare i tifosi nerazzurri ci pensa Denzel Dumfries. Dzeko vede il compagno e lo serve centralmente. La botta dell'esterno olandese è talmente forte da colpire la traversa, rimbalzare oltre la linea di porta e tornare a Fiorillo. La tecnologia vede ciò che all'occhio umano sfugge e così la pratica va in archivio. Dzeko sfiora la terza rete, sempre imbeccato da un preciso Calhanoglu, ma il pallone termina di poco fuori. Fiorillo – sostituto di Belec – era uscito a farfalle. Si va al riposo con il traguardo dei cento gol nerazzurri realizzati nell'anno solare.
Secondo tempo. Champagne. Non quello della canzone di Peppino Di Capri, ma ugualmente buono. Per brindare, comunque, a un incontro mai in discussione. Bollicine, tante, come quelle rilasciate dall'azione che vale il 3-0 di Alexis Sanchez. El Nino Maravilla comincia e conclude l'azione. Nel mezzo Calhanoglu, Dzeko, ancora Calhanoglu e destro fatato di Sanchez a beffare Fiorillo. Inzaghi fa rifiatare Bastoni, Barella e Alexis Sanchez. Dentro Dimarco, Vidal e Lautaro Martinez. L'Inter domina, Brozovic è una piovra nel recuperare e smistare in maniera egregia ogni pallone e la faccia sconsolata di Gagliolo al 65' dice tutto. Il poker lo cala Lautaro Martinez, lesto nel calciatore in porta un pallone giunto in rete grazie ad un duetto tra Calhanoglu e Gagliardini, subentrato a Brozovic. C'è spazio anche per Kolarov in luogo di Perisic prima della passerella finale e del quinto gol griffato Gagliardini.
Il simpatico buffetto. Calhanoglu, due assist e l'ennesima partita di qualità e quantità. Grande maturità da parte del centrocampista turco. Alexis Sanchez è geniale. La terza rete dell'Inter è da antologia. Meravigliosa l'intesa con Calhanoglu e Dzeko. Brozovic non ha sbagliato un pallone. Regista unico ed inimitabile. Plauso anche alle ali. Perisic e Dumfries, un gol a testa, tanta corsa e tante chiusure nella fase di non possesso. Bravo anche Handanovic. Nell'unica occasione della Salernitana, chiude la porta a Obi.
Le rasoiate. La prova di Barella è comunque sufficiente, ma macchiata dal giallo che non gli consentirà di scendere in campo contro il Torino. Peccato. Sufficiente la prova di D'Ambrosio, anche se, in alcune circostanze, non è parso impeccabile nelle chiusure. Sia su Obi nel primo tempo, che su Durjc al minuto ottantadue.