E siamo così giunti al termine della prima parte di stagione, e adesso, seduti comodamente sulla poltrona più alta del campionato, pare doveroso dedicare qualche riga a questi primi sei mesi (estate compresa della stagione). Oggi l’Inter potrebbe essere paragonata a un mulino bianco di matrice nerazzurra, dove tutto gira bene e ogni partita sembra una dimostrazione di egemonia dei campioni d’Italia.
Eppure, è giusto ricordarlo, appena sei mesi fa lo stesso ambiente stava vivendo la più grande crisi societaria del nuovo millennio. I festoni per il titolo appena conquistato furono ben presto sostituiti dalle macerie lasciate da un susseguirsi di addii da film horror, e le previsioni più rosee ipotizzavano una squadra a stento in grado di raggiungere il quarto posto e il piazzamento in Champions League.
Quando tutto sembrava ormai cadere a pezzi, è venuta fuori l’esperienza e l’eccellenza dell’attuale dirigenza nerazzurra, composta principalmente da Beppe Marotta e Piero Ausilio, la quale è riuscita su più tavoli a rimettere insieme i cocci della corazzata della scorsa stagione. Con una proprietà irraggiungibile per mesi, toccò proprio al management interista il ruolo di tuttofare del club: prima risolvendo il problema stipendi della passata stagione, poi scegliendo sul mercato delle pedine in grado di sopperire egregiamente agli addii, e infine restituendo all’Inter un futuro grazie alla nuova stabilità economica.
Non solo, il magic duo interista ha col tempo intrecciato rapporti umani di pregiata fattura con il gruppo squadra, trasformando tutta l’area sportiva in una enorme famiglia. I giocatori dell’Inter oggi non solo si sentono parte di un progetto importante, ma si sentono anche membri di un collettivo in cui il noi viene prima dell’io, e questo in campo si vede.
Senza nulla togliere all’enorme lavoro di mister Inzaghi, l’Inter odierna nasce dal lavoro di una coppia di dirigenti di livello internazionale, in grado di riportare questa squadra alla vittoria e di mantenerla competitiva ai massimi livelli nonostante le asperità. Non sorprende dunque che Zhang, impossibilitato oggi a gestire il club come vorrebbe, abbia da tempo predisposto tutto il necessario per il rinnovo di una dirigenza in grado di gestire autonomamente una delle aziende più importanti al mondo. Oggi abbiamo una certezza: finché Marotta e Ausilio guideranno l’Inter, il futuro nerazzurro non potrà che essere ad altissimi livelli.