L’ultima estate è stata una vera e propria pugnalata al petto per l’Inter e gli interisti. Prima fu il turno di Antonio Conte, il condottiero dello scudetto, il quale abbandonò la nave poco prima del naufragio. In seguito, venne il turno di Achraf Hakimi, la freccia marocchina, costretta a partire per permettere alle casse nerazzurre di respirare. E infine arrivò il momento dei saluti anche per Romelu Lukaku, il nuovo Re eletto di Milano, che optò di sua spontanea volontà per una nuova avventura inglese, abbandonando chi lo aveva restituito al calcio che conta.
Superato il momento di sconforto, l’Inter si è compattata, e adesso viaggia spedita in testa alla classifica di Serie A ed è attesa da un affascinante scontro con il Liverpool agli ottavi di Champions League. Per quanto riguarda invece gli adii illustri della scorsa estate, non si può certo dire che se la stiano passando bene come la banda di mister Inzaghi. Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda il tecnico leccese, poche settimane fa ha accettato la guida tecnica del Tottenham, club prestigioso ma ormai da tempo lontano da ogni ambizione di vittoria. Una sfida sicuramente affascinante per Conte, ma che al momento non ha ancora prodotto risultati degni di nota. Gli Spurs, infatti, continuano ad alternare risultati positivi a risultati negativi in campionato, ma soprattutto hanno salutato prematuramente la Conference League, l’Europa di Serie C. Al tecnico servirà ancora tanto lavoro per creare un ambiente vincente in un luogo dove la vittoria manca dallo scorso secolo.
Se la passa sicuramente meglio Hakimi, in testa alla classifica del campionato francese con il suo PSG. Per quanto riguarda le sue prestazioni personali, va detto che i giornalisti francese sempre più spesso punzecchiano l’ex nerazzurro, colpevole secondo loro di una “scarsa attitudine difensiva”. Certo, chiedere ad Achraf di difendere come il Zanetti dei bei tempi forse è un segnale di scarsa conoscenza delle sue caratteristiche da parte della stampa d’oltralpe, ma la sensazione è che all’Inter queste sue mancanze venissero ben coperte da un sistema di gioco fatto di sincronismi perfetti.
Decisamente complicato invece il periodo londinese di Romelu Lukaku. Ad agosto fu accolto in Inghilterra con toni trionfali (n.b. dagli stessi addetti ai lavori che lo avevano bistrattato appena due anni fa), e i primi gol in maglia blues avevano lasciato ipotizzare una stagione di altissimo livello. Poi qualcosa è cambiato; in parte per una serie di rognosi infortuni, ma soprattutto per una sorta di rigetto della “punta di peso” da parte del Chelsea campione d’Europa, che sembra esprimersi meglio con un attacco leggero e privo di punti di riferimento. Al momento, il buon Romelu è fermo a quota 3 gol in Premier League, e il timore di aver gettato al vento 115 milioni di euro è sempre più alto in quel di Londra. Se la ride probabilmente Marotta, che è riuscito a incassare una cifra da capogiro, mantenendo l’Inter competitiva ad altissimi livelli.