Sanchez, il cileno delle meraviglie. Fattore in più di questa Inter
Inter, focus su Sanchez: il cileno sembra aver finalmente trovato la stabilità fisica, e con lui in campo si parte sempre dall’uno a zero.
La sosta natalizia volge finalmente al termine, anche se dovremo attendere ancora qualche giorno per rivedere in campo gli attuali campioni d’Italia. Per ammazzare il tempo che rimane, pare doveroso dedicare qualche riga a chi ha contribuito nel costruire le certezze di questa squadra, ma che spesso viene bistrattato dalla narrazione mainstream: Alexis Sanchez.
Nelle ultime giornate le prestazioni del cileno hanno rasentato la perfezione, portando i media e anche gli stessi tifosi a parlare di un Alexis “rinato” o “finalmente decisivo”. La verità però è ben diversa, in quanto l’apporto in campo del numero 7 è sempre stato lo stesso, ciò che è mancato è stato il minutaggio.
Nelle sue due stagioni e mezzo in nerazzurro, Sanchez ha trovato la via della titolarità in appena 25 gare, riuscendo comunque a portare il suo contributo decisivo (gol o assist) in 23 occasioni. La statistica è abbastanza chiara, con lui in campo dal primo minuto l’Inter ha quasi la certezza matematica di andare in rete. La stagione in corso sta confermando la caratura di altissimo livello di questo attaccante, che molti avrebbero scaricato volentieri per far posto a qualche giovane promessa del Sassuolo et similia.
L’unico reale problema di Sanchez, nel suo il trascorso nerazzurro, sono stati gli infortuni, la maggior parte dei quali arrivati lontano da Milano e nella sua terra natìa, il Cile, durante le varie soste per gli impegni della Nazionale.
Passando alle cose di campo, il nino maravilla rappresenta un vero e proprio unicum nella rosa interista, essendo l’unico attaccante dotato di quelle geometrie in grado di superare le difese arroccate e difficili da penetrare. Non solo, nelle ultime due stagioni Alexis ha dimostrato di essere l’unico ad aver realmente capito come lanciare in campo aperto Hakimi prima e Dumfries poi, creando dal nulla delle ripartenze letali.
D’altronde, stiamo parlando di uno dei mostri sacri dell’ultimo decennio del calcio europeo, che ancora oggi possiede una tecnica inarrivabile per gli altri attaccanti del campionato italiano. Con il passare del tempo ha perso la brillantezza sottoporta, trasformandosi in un fantasista puro. Probabilmente le nostre strade si separeranno in estate, ma nei prossimi sei mesi il suo apporto sarà fondamentale per coronare il sogno stellato di una intera tifoseria.