Inter, che goduria. Sanchez all’ultimo respiro regala la Supercoppa
Rubrica ideata e curata dall’agente Fifa Sabatino Durante e dal giornalista Raffaele Garinella. Pelo e contropelo ai protagonisti nerazzurri di Inter-Juve
Inter-Juventus 2-1
Quando c’è il derby d'Italia, che si tratti di campionato o di Coppa Italia, la certezza è una: il Var non è in partita. Dopo il rigorino fischiato in favore dei bianconeri nella gara di campionato, ecco il rigore netto negato a Barella dopo un fallo in ritardo di Chiellini. In entrambi gli errori c’è lo zampino dell’occhio elettronico. Doveri, che pure è arbitro esperto e razionale, avrebbe potuto quantomeno riguardare l’episodio al monitor. Si è fidato dei suoi collaboratori prendendo una cantonata. L'Inter commette l'errore di protestare in modo prolungato facendosi possedere dalla frenesia e lasciando dieci minuti alla Juventus. Sono gli unici scampoli di gara che i nerazzurri non controllano nella prima frazione e che, purtroppo, risultano fatali. McKennie sblocca il punteggio con un colpo di testa su preciso assist di Morata. Nell'occasione il texano viene dimenticato dalla retroguardia nerazzurra. Inzaghi predica calma e l'Inter riprende a suonare gli avversari. Passano dieci minuti e i nerazzurri conquistano un pari più che meritato. De Sciglio atterra Dzeko in area e l'arbitro fischia senza indecisioni. Un rigore talmente netto che neanche l'occhio di Sauron avrebbe potuto cancellare. Lautaro Martinez, spalle larghe e classe infinita, calcia con potenza e precisione facendo esplodere San Siro. L'Inter attacca e diverte, la Juventus si difende con sette uomini dietro la linea della palla – mancava solo Yul Brinner a cavallo – e prova a ripartire in contropiede. L'atteggiamento piuttosto catenacciaro dei bianconeri, oltre ad essere per nulla godibile, avrebbe potuto indurre Giovanni Galeone a disconoscere il caro figliol prodigo. Lo spartito della gara è sempre quello. Inzaghi cambia Lautaro e Dzeko con Correa e Sanchez, poi Barella, Dumfries e Perisic con Vidal, Darmian e Dimarco. Mosse che si riveleranno decisive nei supplementari. All'ultimo secondo di gara Darmian sfrutta una indecisione tra Chiellini ed Alex Sandro e serve Alexis Sanchez. Il cileno deposita in rete, si toglie la maglia, fa ballare i pettorali e permette a San Siro di godere. Magie di chi sa indossare ed onorare la maglia numero 7.
Il simpatico buffetto. Perisic è imprendibile, oltre che devastante in entrambe le fasi. A De Sciglio – asfaltato in lungo e in largo – servirà uno psicologo per superare il trauma. Alexis Sanchez da giubilo. L'attaccante cileno è l'ultimo a mollare. Un pendolino imprendibile tra le linee, mette costantemente in apprensione la retroguardia bianconera. Man of the match, senza ombra di dubbio.
Le rasoiate. La prestazione di Barella e Dzeko non è stata delle migliori. Il centrocampista è parso a corto di fiato e lontano da quel calciatore straripante di qualche tempo fa. Dzeko non sembra al top della condizione, anche a causa dell'assenza forzata causa covid. Torneranno entrambi a brillare. Magari sin dalla trasferta di Bergamo.