Inter, senti Giroud! Che retroscena dell’attaccante rossonero
Il francese campione del mondo ha parlato al Corriere dello Sport. Nel gennaio di due anni fa fu vicinissimo a vestire nerazzurro
Inter – Olivier Giroud, attaccante del Milan, si è concesso per un'intervista al Corriere dello Sport.
Tra i tanti argomenti affrontati, la corsa scudetto e alcuni retroscena di mercato (qui le ultime sulle trattative nerazzurre): “Dopo la sconfitta di lunedì abbiamo ripreso a guardare avanti. Naturalmente abbiamo analizzato gli errori commessi per migliorare ancora, ma nel calcio dopo un risultato negativo, non puoi fossilizzarti su quello: è necessario voltare pagina e ripartire subito. Ora, dunque, massima concentrazione sulla Juventus: sarà una grande partita e abbiamo bisogno di una prestazione migliore rispetto a quella con lo Spezia. Lo sappiamo. Ci serve una prova eccezionale per batterla”.
Sulla gara con la Juventus:
“Non dobbiamo perdere fiducia in noi stessi o farci assalire da timori e dubbi perché abbiamo perso in casa un match che dovevamo vincere. Contro la Juventus voglio rivedere il solito Milan generoso, determinato e pronto a riscattarsi subito. D'accordo siamo caduti male, ma siamo pronti a combattere, come si dice, con il coltello tra i denti”.
Sull'errore di Serra in Milan-Spezia
“L'arbitro ha subito capito di aver sbagliato: ha chiesto scusa e gli si leggeva in faccia che era dispiaciuto. Purtroppo si è trattato di una situazione di gioco che è accaduta e sulla quale non possiamo fare niente. Dovevamo vincere e invece l'abbiamo perso. Messa così, è davvero tanto frustrante, ma penso che anche noi abbiamo le nostre responsabilità: potevamo chiudere il confronto segnando il 2-0 e non ci siamo riusciti. Ora è necessario usare questa frustrazione che ci è rimasta dentro per far bene con la Juventus. Non vogliamo più vivere una sensazione tanto brutta e sta a noi non commettere di nuovo certi errori”.
Sulla corsa Scudetto dopo lo Spezia:
“Siamo solo all'inizio del girone di ritorno e ci sono ancora tante giornate in calendario. Non dobbiamo essere preoccupati per la classifica: il nostro obiettivo deve essere pensare a una gara alla volta e vincerne il più possibile. Dopo aver perso lunedì in casa, non abbiamo più jolly, ma non sono preoccupato perché conosco il valore del nostro gruppo. Sono convinto che resteremo vicini all'Inter e in corsa per lo scudetto fino alla fine”.
Sulla religione. E che retroscena:
“Church in italiano si traduce Chiesa, come il giocatore, giusto? Ecco, diciamo che lo juventino dopo che ho saputo della traduzione del suo cognome mi piace ancora di più. Ha disputato un grande Europeo come tutta l'Italia e mi spiace si sia fatto male. Quanto alle mie visite in chiesa, con il Covid è più difficile per noi giocatori frequentarle perché cerchiamo di evitare gli assembramenti. Tutte le settimane, via Zoom, ho riunioni con il mio Pastore di Londra e con amici. Studiamo la Bibbia che per me è come… aria fresca. Mi nutro di quelle parole e sono più forte grazie alla mia fede, il vero motore di tutto per me. Quando ero piccolo la mamma mi portava una chiesa cristiano-evangelica, ma per me siamo tutti fratelli nel Cristo: gli ortodossi, i cristiani, i cattolici, tutte le religiosi sono uguali. Sono fiero e orgoglioso della mia fede e l'ho scritto chiaramente nella mia autobiografia. Ho bisogno dell'aiuto di Cristo quando prendo le decisioni importanti nella vita. Nel gennaio 2020 ero sul punto di andare all'Inter e ho chiesto a lui cosa dovevo fare. Alla fine sono rimasto al Chelsea, ho vinto, e ora sono felice qui al Milan. Evidentemente era scritto che finisse così”.