Inter, la sconfitta subita nel derby ha portato alla luce in maniera ancora più forte un aspetto che in molte occasioni è stato evidenziato.
Il tecnico Simone Inzaghi infatti è finito nel mirino della critica a causa delle sue scelte sulle sostituzioni a gara in corso. La squadra sabato scorso stava vincendo e dominando, poi però i subentranti non hanno saputo mantenere il livello di chi era in campo prima di loro. Federico Dimarco ha rilevato l'infortunato Ivan Perisic, Arturo Vidal l'ammonito Calhanoglu, Alexis Sanchez e Mattias Vecino i diffidati Lautaro Martinez e Marcelo Brozovic. Infine Matteo Darmian ha sostituito Alessandro Bastoni. Insomma 5 cambi, come avvenuto in 22 delle 23 gare di serie A finora disputate. Solo contro la Juventus Inzaghi si è tenuto una chance. La necessità nasce dal bisogno di voler dare nuove energie ad una squadra che corre molto per praticare il gioco del proprio allenatore.
Ma oltre alla discorso quantitativo si deve tenere conto anche dei momenti. In 12 delle citate 23 occasioni le sostituzioni sono arrivate all'intervallo, altrimenti sempre in un momento compreso tra il minuto 61 ed il 70, come se la scelta avvenisse in maniera automatica. Ma cosa ha raccolto l'Inter da questa strategia? “Contro il Milan è stata la terza partita in assoluto in cui il risultato dell’Inter è peggiorato rispetto a quello in essere al momento del primo cambio: le altre due erano state quelle con Lazio e Juventus, all’andata (in quest’ultimo caso Dumfries, neoentrato, causò il rigore). Viceversa, sono quattro quelle dopo le quali il segno in schedina è mutato in maniera favorevole”. Lo riporta la Gazzetta dello Sport, che prosegue asserendo che ora l'intenzione del tecnico è quella di trarre il meglio da questa situazione, trasformando la rabbia in determinazione, per affrontare al meglio la parte restante del campionato.