L’Inter porta a casa la qualificazione in Coppa Italia, i numeri confermano la supremazia, ma fanno riflettere.
Nella partita contro la Roma di Mourinho (qui le paole postmatch di Sanchez) i ragazzi di Inzaghi con il loro 2-0 si sono qualificati per le semifinali dove attendono la vincente tra Milan e Lazio di stasera. Non è stata una partita semplicissima per i nerazzurri anche guardando il tabellino e le statistiche.
Partiamo dal possesso palla che vede l’Inter aver avuto il controllo del gioco per il 57,6% del tempo rispetto al 42.4% della Roma. I nerazzurri hanno tenuto in mano il pallino del gioco anche se a fasi alterne della partita. L’Inter ha effettuato 5 tiri in porta su 12 tentativi, mentre la truppa di Mou è arrivata alla conclusione ben 10 volte centrando la porta solo in una occasione al ventesimo del primo tempo, quando sul risultato di 1 a 0 Handanovic ha respinto un tiro a botta sicura di Zaniolo. Per chi ha visto la partita questo è forse il dato che salta più all’occhio. Infatti, fino al tiro del 22 giallorosso, la Roma si era vista in attacco una sola volta con un cross deviato “con brivido” da D’Ambrosio sopra la traversa. Fino ad allora era stato un vero monologo interista che oltre al gol al secondo minuto di Dzeko ha visto anche un bolide di Barella stamparsi sulla traversa e ripetute azioni di attacco con conclusioni a ripetizione che avrebbero dovuto aumentare il bottino di reti a segno. Una volta uscita indenne dalle iniziali sfuriate nerazzurre la Roma è riuscita a guadagnare campo e creare più azioni di attacco che potevano portare anche al pareggio. Il secondo tempo in canovaccio è stato lo stesso della fase finale della prima frazione di gioco. A differenza delle ultime uscite i nerazzurri sono riusciti a chiudere il match con la prodezza di Sanchez, in un momento della partita che, come fisiologico che sia in una partita a eliminazione diretta, vedeva la Roma spingersi in avanti in cerca del pari.
Nelle ultime uscite si è palesato come all’Inter al momento manchi la costanza nello sferrare il colpo del KO, anche dominando le partite. Lasciarle aperte può diventare letale come successo nel derby, partita comandata fino al pari milanista, ma che doveva essere chiusa abbondantemente prima. E' dalla partita di campionato di dicembre a Salerno che l'Inter non riesce a portarsi sopra di almeno due gol sull'avversario. Da allora in campionato ci sono state 3 vittorie con un gol di scarto, un pari a reti inviolate contro l'Atalanta e la sconfitta contro il Milan. A queste si aggiungono la finale di Suepercoppa e gll ottavi di Coppa Italia con l' Empoli entrambe chiuse in parità nei 90 minuti regolamentari. In tutte queste partite le occasioni create sono state nettamente a vantaggio dei nerazzurri.
Al miglior attacco della Serie A si chiede dunque di essere letali più che belli.