Inter, sputi, titoli e squalifiche, tornano i veleni. La società li sente?
Inter scudetto – Mettiamo subito un punto fermo: Inter Dipendenza ha scelto di non scrivere una riga sull’ ipotetico “sputo” di Lautaro a differenza di molti, di quasi tutti a onor del vero, testate nazionali e locali, interiste o meno.
Abbiamo visto il filmato e poi abbiamo lasciato agli altri l’osso, le visite, i clamori.
Per noi non c’era niente, nessuno sputo, chi ha voluto vedere la saliva correre è un problema suo, le decisioni del giudice sportivo (per quanto strane) dicono che avevamo ragione noi.
Per noi era una NON NOTIZIA, l’ennesimo episodio di denigrare l’Inter e qualche suo tesserato messo in giro da tifosotti desiderosi di un minuto di notorietà e ripreso avventatamente da qualche giornalista che poi ha fatto rapidamente marcia indietro buttandola sul’ironia.
Noi scriviamo di Inter, nel bene e anche nel male quando è il caso, come tanti altri, ma nessuno venga a chiederci di perderci nella massa quando si tratta di melma.
Per noi non c’era niente da difendere, le immagini parlavano da sole, di fronte a quel che si è visto chi ha parlato di sputo si qualifica da solo e non è nostro costume dare spazio a queste voci, a questi personaggi. Chi deve difendersi da questi fatti non è l’Inter e non sono le testate vicine alla società nerazzurra che devono difendere i colori sociali, è’ chi ha scritto queste cose che deve essere difeso da sé stesso e da questo modo di fare giornalismo.
C’è ben altro da cui deve difendersi la società e la giornata di ieri ne è stata un esempio lampante.
Andiamo per ordine, nell’arco di poche ore abbiamo assistito:
– alla squalifica di due giornate a Bastoni per alcune affermazioni sull’arbitraggio nel dopo derby, una era già troppo dopo ciò che è successo in campo ma dopo il danno arriva sempre la beffa;
– ai titoli subdoli di autorevoli organi di informazione a proposito delle indagini plusvalenze dell’Inter, salvo poi riportare nel testo che in effetti le perquisizioni della GdF hanno riguardato tutte le plusvalenze di tutte le società nel mirino delle indagini e che in 42 casi su 62 riguardano la Juventus con relative iscrizioni nel registro degli indagato dei dirigenti del club.
Semplici casualità? Forse, ma siccome a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, questi episodi devono suonare come un campanello d’allarme per la dirigenza nerazzurra.
La tecnica è sempre la stessa, stavolta gli ingredienti sono sputi, squalifiche e titoli, impastare bene e offrire il piatto maleodorante alla gente. Nel momento clou della stagione si torna a respirare l’aria pesante che conosciamo bene, gli interisti ci sono abituati, Zhang forse un po’ meno ma Marotta, Ausilio e Antonello potranno ragguagliarlo in merito.
Ai soliti noti che alzeranno la mano sorridendo e parlando del solito complottismo solo un paio di domande.
Storicamente l’Inter paga il fatto di non essere mai stata, per scelta propria, nelle stanze del potere del calcio quelle nelle quali il sistema si autorigenera da almeno sei decenni.
Il sistema può tollerare un altro scudetto dell’Inter? Il sistema può tollerare la seconda stella dell' Inter?
A nostro avviso sarebbe utile se queste domande e le relative risposte iniziassero a circolare anche in Viale della Liberazione.