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Dzeko a DAZN: le remuntade nella sua carriera e il ruolo dell’attaccante

Nell’intervista rilasciata nella rubrica “Careers”, Edin Dzeko ripercorre la sua carriera fino al suo approdo in nerazzurro.

Edin Dzeko si racconta a Dazn.

Nella nuova puntata di “Careers“, l'ospite è Edin Dzeko e come di consuetudine inizia l'intervista guardando una foto della sua infanzia “Questa foto è stata scattata più di 20 anni fa. Era l'anno quando l'Inter ha vinto 3 a 0 contro la Lazio, nel '98. Mi ricordo che ero a casa di alcuni amici e abbiamo visto Inter-Lazio”. Parla anche della sua infanzia vissuta in Bosnia “Quando avevo 5 anni c'era la guerra, appena finita mio padre mi ha portato subito a giocare a calcio. Il pallone è stato il primo amore“.

Il suo primo titolo conquistato è stato il campionato vinto con il Wolfsburg “E' stato il primo campionato vinto nella storia del Wolfsburg. Vincere il campionato in Bundesliga contro Bayern, Dortmund che erano più forti rispetto a noi è stata un'impresa. Eravamo una squadra giovane con un allenatore che ci faceva allenare forte. Io e Grafite siamo stati il miglior duo nella storie della Bundesliga, abbiamo segnato 54 gol in due. Ricordo che l'ultima partita era contro il Werder Brema, lui fece 2 gol ed io 1 e abbiamo fatto questo record che ancora resiste”. L'intervistatore chiede se ha mai trovato un compagno di squadra con un feeling come lo aveva con Grafite e Dzeko risponde che i giocatori forti possono giocare con tutti.

Parlando dei suoi compagni ricorda il gol vittoria di Aguero “Abbiamo vinto il campionato. Avevo fatto uno scatto incredibile e se non mi sono stirato lì… Abbiamo fatto 2 gol negli ultimi minuti ed è stato incredibile. Il calcio è strano e abbiamo sofferto fino alla fine ma alla fine abbiamo vinto. Dopo il gol di Aguero c'è stata una grande liberazione di felicità perché il City non vinceva il titolo da 44 anni“.

Si sofferma su cosa pensano le persone sul ruolo dell'attaccante “Il nostro lavoro è quello di fare gol. Tutti guardano come giochi e se non segni dicono “Gli attaccanti devono fare gol”. Hanno ragione ma non dobbiamo fare solo gol. In quella partita ho fatto il gol del 2-2 e ci ha dato un po' di fiducia. Erano rimasti 3 minuti e il 95% delle persone non ci credeva più. Il boato non lo ricordo, quando ho visto la palla entrare…non si può spiegare, non senti e non vedi niente. Sono corso ad abbracciare Aguero“.

Un'altra remuntada è stata la partita contro il Barcellona “A differenza del City dove tutti si aspettavano che vincevamo facile, a Roma nessuno si aspettava un 3-0 dopo la sconfitta dell'andata per 4-1. Quella partita il mister l'aveva preparata benissimo, non avevo mai visto un Barcellona così in difficoltà. Non gli abbiamo lasciato niente per 90 minuti, nel calcio tutto è possibile“.

Nel 2014, la Nazionale giocò il suo primo Mondiale e Dzeko scherza “Speriamo che non rimanga il primo ed ultimo! Io sento molta responsabilità nel rappresentare la mia nazionale, le persone si aspettano molto da me e Pjanic. Quando vado in nazionale, vado con il cuore. Finché posso giocare io gioco“.

Dopo sei anni l'approdo di Dzeko in nerazzurro. Dzeko guarda una foto fatta da un tifoso poco dopo la sua firma “Ho visto questa foto da un tifoso su Twitter. Mi è piaciuta molto e l'ho postata sul mio Instagram e Twitter. Magari è un destino perché poteva succedere 2 anni fa o 6 mesi prima del mio arrivo. Io penso che non è mai tardi e dato che sono qui bisogna dare tutto per raggiungere tante cose belle insieme