Sono giorni difficili quelli che si stanno vivendo in Europa, con l'invasione russa in terra ucraina e l'inizio di una dolorosa guerra.
E mentre l’Unione Europea sta lavorando ad un pacchetto “urgente” di sanzioni, la crisi ucraina inizia a produrre effetti che vanno oltre l’aspetto militare, diplomatico o economico. Ci sono riflessi anche nel mondo dello sport, e in particolare nel calcio.
Il Comitato Esecutivo UEFA, con un comunicato emesso al termine della riunione odierna, ha ufficializzato lo spostamento della finale di Champions League da San Pietroburgo allo “Stade de France” di Parigi, comunicando inoltre che i club e le nazionali della Russia e dell’Ucraina che partecipano alle competizioni UEFA dovranno giocare le partite casalinghe in campo neutro fino a nuovo avviso. Ma nessuna comunicazione è stata fatta riguardo ad uno dei principali partner commerciali della Uefa, ovvero il colosso energetico Gazprom che, come riporta Calcio e Finanza, “versa circa 40 milioni di euro l'anno nelle casse dell’organo di governo del calcio europeo”. Tra l'altro, la scorsa estate è stato annunciato un ampliamento dell’accordo di sponsorizzazione che include gli Europei del 2024, le finali della Nations League, e le prossime stagioni della Champions League e dell’Europa League, quindi le somme alle quali rinunciare sono davvero importanti.
L’Uefa affronterà il tema Gazprom in una prossima riunione, scrive ancora il web magazine economico, evidenziando che “presto ci saranno altri incontri del Comitato Esecutivo dove verranno affrontate ulteriori questioni”.
Ceferin, che durante gli Europei estivi ha subito pesanti critiche per avere imposto una modifica dell'uniforme ucraina, considerata “politica” per il suo riferimento alla Crimea che ha suscitato le proteste della Russia, adesso deve fare una scelta di grande importanza, seguendo l’esempio dei tedeschi dello Schalke 04 che hanno rimosso il logo dell’azienda russa dalle loro maglie. Ma per il momento nulla si muove.