Inter, che succede? I 5 motivi della crisi nerazzurra
La squadra di Simone Inzaghi è entrata in un turbine di risultati negativi nell’ultimo mese che ha fatto entrare in corsa tante squadre per lo scudetto
Inter, il pareggio contro il Genoa ha aperto ufficialmente la crisi nerazzurra.
La squadra di Simone Inzaghi, in questa fase della stagione, sembra la brutta copia di quella ammirata da tutti nel girone d'andata e, i sette punti di vantaggio che erano stati messi tra sè e le inseguitrici in classifica, sono andati perduti, con il Milan che è passata in testa ed è a due lunghezze di vantaggio – ricordiamo che, però, l'Inter deve recuperare la partita contro il Bologna -, il Napoli che, oggi, contro la Lazio, potrebbe raggiungere la squadra rossonera e Atalanta e (soprattutto) Juventus che, guardando il calendario, e a dispetto delle dichiarazioni di facciata, allo scudetto ci credono. Eccome se ci credono. Ma questa crisi di risultati, prestazioni e anche di gol ha delle ragioni ben specifiche, che verranno affrontate di seguito.
LA STANCHEZZA – Sicuramente la squadra che abbiamo ammirato nella prima parte della stagione ha fatto strabuzzare gli occhi per capacità di essere padrona del campo e per la facilità di arrivare al risultato e gol. Adesso, tutto questo sembra smarrito. Colpa del cattivo assortimento delle due punte, Lautaro e Dzeko, sostengono in molti. Ma anche quando la coppia di attaccanti è cambiata, il risultato è stato il medesimo. Bisogna trovare la vena realizzativa degli attaccanti al più presto, soprattutto quella di Lautaro, il cui ultimo gol in campionato risale a dicembre proprio contro la Salernitana prossimo avversario in campionato.
IL MANCATO SALTO DI QUALITA' DI ALCUNI SINGOLI – In questa stagione la squadra nerazzurra ha potuto vedere sicuramente dei miglioramenti in alcuni giocatori come Perisic, Bastoni, Calhanoglu. Ma ce ne sono stati anche alti da cui ci si aspettava un definitivo salto di qualità e che, per il momento non c'è stato. Per esempio lo stesso Lautaro, che alla vigilia, da tanti addetti ai lavori, era stato identificato come il perno offensivo della squadra nerazzurra, il centro su cui costruire i gol della stagione, ma così non è stato. Oppure Stefan de Vrij, che, forse offuscato dalle continue voci di mercato che lo vogliono partente a giugno, sembra aver perso la sicurezza dei giorni migliori (addirittura, contro il Genoa, è sembrato incerto anche nella fase di impostazione, una delle sue armi migliori). O ancora Nicolò Barella, centrocampista protagonista dell'Italia campione d'Europa e da cui quest'anno ci si aspettava un deciso miglioramento in quelle caratteristiche di inserimento e gol che tutti gli riconoscono.
RISERVE NON ALL'ALTEZZA – Si è spesso parlato della panchina lunga dell'Inter. Di fatto, questo è un fatto solo a livello numerico, visto che le prestazioni delle riserve dei titolari non sono state all'altezza. Le gocce che hanno fatto traboccare il vaso sono state la partita contro l'Empoli di Coppa Italia, e il derby clamorosamente perso. Inzaghi se ne è accorto e sembra quasi non fidarsi più di alcuni elementi, tanto da effettuare i cambi sono ad un quarto d'ora dalla fine. Ma a tal proposito ci sarebbero degli interrogativi da porre al tecnico nerazzurro: vero è che le alternative non si sono dimostrate forti quanto i titolari, ma in certe partite, non è possibile far rifiatare qualcuno che non ne ha più? Mettendo da parte questi giocatori, sono davvero tutti coinvolti nella lotta scudetto?
CORTOCIRCUITI COMUNICATIVI – Negli scorsi giorni, dopo il tonfo casalingo contro il Sassuolo, è intervenuto l'amministratore nerazzurro a fare quasi da pompiere alla situazione che sta attraversando la squadra, da esperto dirigente quale è. Pochi giorni dopo, invece, durante la conferenza stampa di presentazione alla gara contro il Genoa, Simone Inzaghi ha voluto tutelare (giustamente) il proprio lavoro, dicendo che la richiesta della società era quella del quarto posto. Fermo restando che, a questo punto della stagione e nella posizione in classifica in cui si trova l'Inter, non pensare allo scudetto sarebbe pura follia, e dato per certo (ovviamente) che quelle di Inzaghi sono state parole non di risposta a Marotta, ma alle critiche dei vari quotidiani in settimana, è altrettanto vero che queste due diverse visioni, all'esterno, stridono molto.
ALL'INTER E' SEMPRE MERCATO – Anche sotto questo aspetto, la squadra nerazzurra, sembra trovarsi in una perenne sessione di calciomercato. Non manca intervista a qualche dirigente in cui non si pongano delle domande sulla squadra del futuro. Ma la stagione da giocare è nel presente ed è l'unica cosa che conta ad oggi. Sarebbe bene glissare su certe domande e concentrarsi sul campo da gioco, soprattutto in questo momento. La dirigenza è già al lavoro per la prossima stagione ed è giusto che sia così. Ma questi sono discorsi da affrontare dietro una scrivania e non davanti ai microfoni, soprattutto per non danneggiare un gruppo che deve dare tutto per arrivare al tricolore.
Tanti fattori stanno influenzando questi cattivi risultati e queste cattive prestazioni. Nulla di irrisolvibile e ci mancherebbe, ma se i bonus erano già terminati dopo la partita contro il Sassuolo, il pareggio contro il Genoa è un macigno enorme, perchè non solo non ha permesso il sorpasso al Milan, ma da speranza anche a squadra che solo un paio di settimane fa sembravano fuori dai giochi. Inzaghi, dirigenze e giocatori dovranno fare del loro meglio e risolvere queste problematiche al più presto.