Inter sconfitta, ma la crescita c’è. Un uomo è la chiave di tutto

Inter, la serata di ieri ha portato l'eliminazione dei nerazzurri dalla Champions League.

La squadra di Simone Inzaghi è uscita sconfitta dal doppio confronto con il Liverpool, ma comunque la massima competizione europea è stata salutata più che a testa alta. L'Inter ha fatto ciò a cui nessuno era riuscito nelle ultime 28 gare, ossia battere gli inglesi guidati da Klopp in casa. Ora quindi, dopo l'eliminazione si può fare qualche bilancio. Senza dubbio c'è stata una crescita importante rispetto al recente passato, e non solo dal punto di vista del “traguardo” (ottavi di Champions league dopo 3 eliminazioni consecutive ai gironi). L'evoluzione si vede innanzitutto nell'atteggiamento, nel coraggio e nell'attitudine ad esprimere un gioco più europeo, lontano dall'italianissimo catenaccio con conseguenti ripartenze. 

E a chi va il merito di questo passo in avanti? Corriere dello Sport e Tuttosport questa mattina sono unanimi nell'elogiare Simone Inzaghi, il tecnico arrivato in estate tra mille dubbi e timori di involuzioni. “Se esiste un modo “meno doloroso” per uscire dalla coppa europea più prestigiosa, Handanovic e compagni lo hanno trovato e il “colpo” di Anfield è un punto di ripartenza dopo un febbraio complicato e soprattutto in vista delle prossime stagioni. Gli euro-scempi con Spalletti e Conte in panchina sono acqua passata. Grazie a Inzaghi”. Questa la sintesi del quotidiano romano, cui fa eco quello torinese: “Se l’anno scorso c’erano state solo critiche per Lukaku e compagni, quest’anno invece l’Inter se l’è giocata alla pari contro una delle squadre migliori del mondo, tra le favorite per la vittoria finale.Se Conte nella passata annata era finito sul banco degli imputati (sia per il doppio 0-0 contro lo Shakhtar Donetsk, sia e soprattutto per un ultimo posto in un girone complicato, ma non impossibile), oggi sicuramente i giudizi sono differenti, con Simone Inzaghi che ha esaudito i desideri della società con l’approdo agli ottavi, ma soprattutto ha dato alla sua Inter un’impronta europea, per una squadra che non difende e riparte, ma gioca a viso aperto contro tutti e su qualsiasi campo, Anfield compreso”.