Italia, Alessandro Bastoni sarà uno dei pilastri della nazionale italiana che verrà.
La sconfitta della nazionale di Roberto Mancini contro la Macedonia del Nord è senza dubbio il punto più basso del calcio italiano (qui l’editoriale del direttore Mario Spolverini). Quella che si è consumata ieri a Palermo è stata davvero una “tragedia” sportiva con i campioni d’Europa che sono stati annichiliti dai pressappoco sconosciuti macedoni. Ci vorrà tempo per uscire da questa crisi, per carità solamente sportiva, ma in Italia si sa che il calcio è un fenomeno di costume, sociale e culturale. Dalle ceneri del Barbera si deve risorgere e se ancora non è chiaro quale saranno le scelte federali e quelle del commissario tecnico sul proprio futuro, si può fare un’analisi sui giocatori dai quali ripartire e impostare la nazionale che verrà strutturando un percorso che sia duraturo nel tempo.
Tra le pochissime note positive della partita di ieri sicuramente va annoverata la prestazione di Alessandro Bastoni. Il difensore nerazzurro che a soli 22 anni conta già 114 presenze in Serie A e che in pochissimo tempo si è preso la titolarità nella difesa interista, anche in nazionale sta dimostrando di avere le caratteristiche per diventare un punto di riferimento sul quale contare e ripartire. Già campione d’Europa con gli azzurri, seppur non da protagonista, per gli addetti ai lavori sembra lui il centrale pronto a raccogliere l’eredità di Chiellini. Nella partita shock di ieri Bastoni è stato uno dei pochissimi a racimolare delle sufficienze in pagella e come scritto da La Gazzetta dello Sport a chiosa del 6 che gli mette in pagella “Prendiamo il buono: con l’addio di Chiellini, la maglia del centrale di sinistra è sua.”