Inter, Robin Gosens ha rilasciato un’ intervista ai microfoni di Outpump in cui ha parlato del lungo infortunio che lo ha costretto lontano dai campi di gioco per diversi mesi e della sua nuova vita in nerazzurro.
Il tedesco lo ha definito il periodo più difficile della sua carriera ma di aver capito successivamente che gli infortuni fanno parte della carriera di un calciatore e del percorso di crescita. Il primo periodo è stato più semplice in quanto è coinciso con la nascita di suo figlio mentre la ricaduta è stata la parte peggiore. Gosens spiega che si sentiva pronto a tornare a giocare dopo due mesi e che doveva rientrare nella lista dei convocati ma che nel momento in cui si è rifatto male ha passato alcuni giorni difficili in cui non ha parlato nemmeno con la sua famiglia. In questa fase è stato fondamentale l’aiuto di un mental training per superare il tutto alla grande.
L’esterno ha poi proseguito parlando del suo trasferimento all’Inter. Ecco di seguito le sue dichiarazioni riportate da Tuttomercatoweb.com: “Solo le sfide difficili ti portano a un livello superiore. Se tu affronti sempre e solo le sfide facili non cresci mai come calciatore, ma soprattutto non cresci mai come persona. Ho sempre ringraziato di avere un mindset che mi porta a sfidarmi con i campioni, a scegliere la strada più difficile, così che io possa crescere. Poi è anche vero che queste possibilità nella carriera non vengono fuori tutti gli anni, giocare per una delle squadre più importanti del mondo in uno dei momenti personalmente più difficili è stato interessante”.
In nerazzurro non è ancora riuscito a ritagliarsi un posto da titolare ed è chiamato ad alternarsi con Ivan Perisic. Sull’argomento il tedesco è stato chiaro: “Sapevo che l’inizio non sarebbe stato facile, che avrei visto i miei compagni da fuori per lungo tempo, però faceva parte della sfida. Sapevo che Ivan sarebbe stato un compagno con tantissima qualità, ma se sai che giochi sempre e non ti devi impegnare per giocare, secondo me non ti fa molto bene. Io ora non devo dare solo il 100%, per meritare il posto, ma molto di più”.