In questa Inter c'è anche Matias Vecino.
Nonostante venga utilizzato da Simone Inzaghi con più parsimonia rispetti ai vari Marcelo Brozovic, Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu, il centrocampista uruguayano è una pedina che, ogni qual volta viene chiamata in causa, risponde all'appello con un sonoro “presente”. Dal Matchday Programme di Inter-Verona pubblicato su inter.it proprio in occasione della gara contro gli scaligeri, si apprendono alcune statistiche sul giocatore arrivato dalla Fiorentina nell'estate del 2017 per 24 milioni di euro.
Vecino infatti, in nerazzurro ha già collezionato 126 presenze dopo aver esordito proprio contro la Fiorentina quasi 20 giorni dopo il suo approdo a Milano. Inoltre, “Verona” per Vecino vuol dire anche “rete decisiva”. Nello specifico, nel novembre 2019 a San Siro i veronesi erano passati in vantaggio grazie al gol di Verre, con Nicolò Barella che siglò la rete del pareggio e proprio con l'ex Viola che sancì la rimonta definitiva.
Successivamente analizziamo le parole rilasciate da Vecino al Matchday Programme, partendo da quel gol allo scadere contro la Lazio che per i nerazzurri significò ritornare in Champions League. “In cinque anni all'Inter ho vissuto tanti momenti importanti, ma uno che non scorderò mai è quello dove all'Olimpico contro la Lazio ho segnato la rete di testa che ci permise di tornare in Champions League. Una vittoria che accese la festa finale”.
Sugli “uruguayani illustri”: “Nella storia di questo club ci sono campioni che sono stati da esempio per me, come Alvaro Recoba e Juan Sebastian Veron. La Brujita è sempre stato il mio idolo; mi è sempre piaciuto il suo modo di giocare, la sua qualità e la sua personalità”.