Inter, la “furbata” di Pioli, la risposta non può essere sempre il silenzio
Inter news Se un marziano decidesse di gettare un occhio su giornali e social di oggi capirebbe che il Milan abbia subito il furto del secolo. Poi andrebbe a leggere risultato e cronaca della partita, metterebbe in moto l’astronave e tornerebbe ai suoi lidi extraterrestri pensando una volta di più che con gli umani italiani non c’è niente da fare, su Marte chi perde 3 a 0 tace e riflette, da queste parti invece passa come la vittima sacrificale di un sistema impazzito.
Il gol annullato a Bennacer poteva rimanere uno degli episodi su cui discutere, come il rigore non concesso per il fallo di Theo su Darmian o la possibile espulsione del laterale francese. A spostare l’ago della bilancia è stato il tecnico del Milan con una genialata della cui spontaneità è lecito dubitare.
Quando Pioli abbandona indignato l’intervista nel post derby vedendo il gol annullato a Bennacer il Milan prende più piccioni con una sola fava: non spiega la “bambola” della sua squadra, si pone nella posizione del sacrificato di turno dalla classe arbitrale, crea l’atmosfera per cui oggi i milanisti si sentono in diritto di aspettarsi un “rimborso” del danno patito fin dalla prossima giornata di campionato, offre l’assist formidabile a stampa e social per scatenare il putiferio sul presunto torto subito scaricando tutta la pressione mediatica sull’Inter in vista di un rush finale di campionato al calor bianco.
Che poi il suo Milan abbia raccolto tre palloni in fondo al sacco appare oggi quasi un incidente di cui non tener conto di fronte all’enormità del gol annullato, quasi che se fosse stato concesso il Milan avrebbe poi pareggiato o vinto per contratto. In poche parole una semplice illusione spacciata come verità ferita da una decisione arbitrale.
Il dubbio che si tratti di una mossa studiata a tavolino dall’entourage milanista è verosimile ben conoscendo i meccanismi perversi della comunicazione, campo su cui l’Inter ha storicamente e colpevolmente deciso di non giocare ed che gli altri battono con regolarità scientifica. Moratti era troppo signore per frequentare questi ambienti, Suning è troppo cinese, i principali attori dell’ informazione cartacea e televisiva sono da sempre in mano alla concorrenza. Ergo non si tratta solo del “rumore dei nemici” del 2022 quanto di un problema generale con cui il club nerazzurro deve fare i conti dall’alba dei tempi, quando vince lo fa anche contro questo mondo, solo Mourinho riuscì a tenere a bada la canea irridendola, dominandola, mettendola di fronte alle proprie responsabilità.
Continuare a discutere se si tratti di semplice servilismo o di precise scelte editoriali o di entrambi questi fattori serve a poco, avere il mondo dell’informazione sempre e comunque sul fronte avversario è una condizione normale per il club nerazzurro.
Tre anni fa molti ipotizzarono che l’arrivo in nerazzurro di Beppe Marotta potesse essere finalizzato anche a modificare questo status. Il tempo dice che (per ora) non è stato così, l’Inter continua a fare i conti con gli avversari di turno nel week end e con la stampa in tutto resto della settimana.
Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno si aspetta rivoluzioni ma una parola dalla società ogni tanto non guasterebbe.