Inter -Siamo sempre li a mettere pressione al Milan, Perisic sontuoso, i sudori freddi quando Lautaro va sul dischetto, il bozzolo sul ginocchio di Barella che mette paura, l’errore clamoroso di Correa (e di Vidal), la domenica di Udine è passata così.
Tutto bene ma dura poco, poi tornano quei pensieri, il Bologna, ma se a Bologna l’Inter avesse giocato come a Udine oggi non saremmo qui a smoccolare e poi l’ennesimo regalo al Milan, dopo Acerbi pure Terracciano si veste da Babbo Natale. Il calcio è così, prendere o lasciare. Chi sospetta inghippi vari e nuove Calciopoli è un problema suo, l’Inter ha avuto in mano la carta per fare all in e l’ha giocata come peggio non si poteva, oggi si può solo essere soddisfatti della reazione perchè il timore che la squadra di Inzaghi mollasse gli ormeggi non era per niente infondato. Da questo punto di vista bravo Inzaghi, bene la squadra e pure la società, i ranghi sono stati rinsaldati e ci sono ancora 20 giorni per sperare, per crederci.
Adesso e’ solo questione di nervi. Quelli dell’Inter risentono di scosse periodiche, rispondono bene quando le cose rischiano di volgere al peggio, si sono acquietati in un sonno colpevole nel momento in cui si è pensato che i giochi fossero fatti (a Bologna ma anche nelle settimane dei 7 punti in 7 partite). Al Milan il profumo dello scudetto si trasforma in adrenalina pura, dal punto di vista mentale sono loro a rischiare di più ma quei due punti in più ed il terzo dello scontro diretto formano un bagaglio di fiducia micidiale, disperdibile solo a fronte di un crollo oggi non prevedibile. Nella fatal Verona il Milan ha già lasciato due scudetti, sperare nel terzo è lecito hai visto mai…
L’Inter nel mezzo ha la finale di Coppa Italia, 90 minuti per una ciliegina sulla stagione o per un ulteriore rammarico. Due trofei ed un secondo posto lottato fino all’ultimo potrebbero essere un bottino non disprezzabile per Inzaghi e c. dopo le scosse telluriche del mercato estivo dello scorso anno. Una Supercoppa e due posti d’onore saprebbero invece di beffa dopo aver comandato in lungo e largo per mesi.
I risultati pesano, le vittorie ancora di più, la differenza tra una stagione positiva ed una negativa corre sul filo degli episodi ma alla fine si vanno a vedere gli annali, i palmares e quasi nessuno tra i tifosi ricorderà più quali erano le condizioni di partenza.
Magari le ricordano in società, magari anche Steven Zhang si ricorderà di aver preteso da Marotta e Ausilio di fare le nozze coi fichi secchi. Oppure staranno già pensando alle plusvalenze da portare a casa anche nel prossimo mercato?