Se oggi l'Inter si trova ancora a galla per lo scudetto, potrebbe doverlo a tre centrocampisti.
Ma perché diciamo questo nonostante l'Inter abbia in avanti Lautaro Martinez (17 gol e 3 assist), Edin Dzeko (13 gol e 5 assist), Alexis Sanchez (4 gol e 2 assist) e Joaquin Correa (4 gol e 1 assist)? Il succo del discorso è più semplice di quanto si pensi. La mediana interista è formata da Nicolò Barella, Marcelo Brozovic e Hakan Calhanoglu. Il primo, oltre ai 3 gol e i 9 assist all'attivo, riesce a dare (agonisticamente parlando) un contributo che per il reparto offensivo si è rivelato spesso e volentieri determinante.
Per quanto concerne il croato, il bottino dal punto di vista dei numeri è leggermente più magro (2 gol e 1 assist), ma quando si parla di corsa e qualità a primeggiare è lui insieme ai suoi 13 km percorsi di media a partita. L'azione, quando viene avviata, passa sempre dai suoi piedi, con l'ex Dinamo Zagabria che comincia basso per poi avanzare e farsi trovare quasi sempre al limite dell'area. In una sola parola: onnipresente.
Infine abbiamo Calhanoglu, arrivato a parametro zero dopo l'esperienza con la maglia del Milan e che quest'anno in campionato con l'Inter vanta 7 gol e 10 assist. Un apporto senza dubbio rilevante, quello del turco, capace di creare pericoli sia a palla in movimento, sia (soprattutto) da palla inattiva. Le sue doti balistiche sono ormai note a tutti, con i portieri avversari che non appena vedono Calhanoglu in procinto di calciare iniziano già a tremare.