Inter, nella gara di ieri, che ha consegnato ai nerazzurri l'ottava Coppa Italia della sua storia, c'è stato più di un protagonista.
Impossibile non parlare di Ivan Perisic, che con una splendida doppietta ha messo il sigillo sulla vittoria finale (realizzate le reti del 2-3 e del 2-4 ai supplementari). Il croato è stato premiato come miglior giocatore della finale, anche se poi nel post partita si è lasciato andare a dichiarazioni polemiche sul suo rinnovo (qui maggiori dettagli). Tuttavia c'è anche un altro elemento che si è preso la scena, anche se in maniera diversa. Si tratta di Lautaro Martinez, che ha vissuto diversi momenti importanti nel match contro la Juventus. Prima c'è stato il campo, dove l'argentino ha lottato (come sempre), e dove avrebbe voluto mettere il sigillo sul secondo trofeo stagionale (come aveva fatto in Supercoppa italiana).
Si è guadagnato il rigore del 2 a 2, e avrebbe voluto calciarlo, ma Hakan Calhanoglu aveva già sequestrato il pallone. Poi c'è stata la sostituzione, e si è visto un Toro diverso. In primis c'è stato il nervosismo per la scelta del tecnico, ma poi l'attaccante ha vestito i panni del trascinatore. “Dopo il 3-2 di Perisic, il Toro ha avuto un diverbio a distanza con Pinsoglio e Bernadeschi, nel parapiglia che ha poi portato all’espulsione di Allegri. Fuori dal campo Lautaro si è trasformato in ultrà una volta passata la delusione del cambio: ha incitato i compagni come un allenatore, ha invitato i tifosi a lanciare i cori negli ultimi minuti del match. E alla fine è stato tra i più scatenati della festa sotto la Nord. È stato capopopolo, come un anno fa fu Lukaku. E la stagione non è ancora finita…”. Insomma Lautaro ha vestito i panni del leader che la società ha tentato di relegarli dal giorno della partenza di Lukaku. E ieri finalmente si è visto il condottiero di cui la squadra aveva bisogno. Lo riporta la Gazzetta dello Sport.