Inter, Perisic non fa rimpiangere Hakimi. Numeri e stagioni a confronto
Ivan Perisic sta avendo probabilmente la sua miglior stagione a livello personale in carriera. Il croato ha sostituito bene Hakimi, partito in estate.
Ivan Perisic continua ad incantare.
La stagione che l'esterno croato sta vivendo è semplicemente senza senso, un mix perfetto di presenza, leadership, gol pesanti e giocate decisive.
Ivan, tornato ad essere “Il terribile” l'anno scorso, dopo il ritorno dal prestito al Bayern Monaco dove ha conquistato il triplete, si è definitivamente conquistato il ruolo di giocatore simbolo dell'Inter nel corso di questa stagione, anche grazie alle indicazioni di Simone Inzaghi.
Per lui, in stagione, 9 gol e 8 assist, numeri impressionanti se pensiamo che si parla di un quinto di centrocampo, portato a fare di fatto il terzino in ogni situazione difensiva. Il rendimento offensivo di Perisic diventa ancora più spaventoso se si osserva la sua presenza continua in ogni zona di campo. Per tutta la stagione, infatti, il classe '89 è stata la vera anima di questa Inter, risultando fondamentale anche nell'inserimento di alcuni nuovi compagni come l'olandese Denzel Dumfries.
Ma, a confronto con un grande ex rimasto nei cuori nerazzurri come Achraf Hakimi, come valutare la stagione di Perisic? Il marocchino lo scorso anno aveva realizzato 7 gol mettendo a referto anche 11 assist con la maglia nerazzurra, mentre quest'anno è fermo a 4 e 6, pagando l'ambientamento non ottimale in Francia.
Pur trattandosi di giocatori differenti per caratteristiche, e senza dimenticare che quella di Hakimi era la prima stagione in Italia, appare evidente come il rendimento stratosferico dell'attuale numero 14 abbia sopperito in toto alla cessione del classe '98.
E sull'altra corsia? L'anno scorso sulla sinistra lo stesso Perisic, pur non giocando sempre, realizzò 5 gol e 5 assist, mentre quest'anno Dumfries è già a quota 5 e 7, nonostante un adattamento difficile alla nuova dimensione.
Insomma, le cessioni estive hanno certamente pesato sulla squadra, ma il rendimento, almeno da parte delle frecce di Inzaghi sulle due corsie, non fa certo rimpiangere quello tenuto dagli esterni di Antonio Conte.