Vidal, per il cileno i calciatori non sono schiavi
Arturo Vidal non è certo nuovo a uscite “particolari”. Il cileno è intervenuto su uno studio della FIFPRO, sindacato internazionale dei giocatori, e della Football Benchmark. Lo studio parla dell’impiego dei giocatori da parte dei club e Vidal ha detto la sua in un’intervista allo stesso sindacato.
Il centrocampista cileno, come riportato dal sito calcioefinanza.it, ha spiegato che l’esposizione alle fatiche accumulate dai calciatori rischia di ridurre le prestazioni. Anche le carriere rischiano di subire dei danni.
Vidal interviene sui calendari intasati: “il calcio è festa, non un mercato degli schiavi”
Per il centrocampista, che dovrebbe lasciare l’Inter in questa sessione di mercato (qui le ultime notizie su mercato) , è necessario ridurre le partite che si giocano in quanto, specialmente i sudamericani che giocano in Europa, sono costretti a percorrere spesso viaggi intercontinentali. A tal proposito per Vidal è fondamentale far rispettare i protocolli che prevedono dei periodi di riposo. Riposo che, come in qualsiasi lavoro, è per lui essenziale per allontanarsi dai doveri che si svolgono durante l’anno a tutela anche della salute mentale.
Secondo i dati raccolti dalla piattaforma PWM (Player Workload Monitoring) della FIFPRO, c’è un aumento dei periodi intasati di partite da giocare aumentando molto i minuti nei quali i giocatori scendono in campo.
Per Vidal devono essere gli stessi calciatori a lottare contro questo sistema, per il bene delle loro carriere e delle proprie famiglie, ma soprattutto per il calcio come intrattenimento. Il cileno conclude l’intervista dicendo: “Non possiamo essere esposti a questi parametri, perché il calcio è una festa, non un mercato degli schiavi”.