Inter, l’esordio lascia dubbi: ecco cosa non ha funzionato
Inter, l’esordio di Lecce ha portato 3 punti in classifica ma la fatica è stata troppa.
Eppure la partita si era messa non bene, benissimo. Dopo due minuti il vantaggio dell’esordio bis di Lukaku (qui i numeri del belga) sembrava indirizzare la partita nella giusta direzione. I nerazzurri, come in quasi tutte le partite della gestione Inzaghi, hanno controllato la partita senza troppi sussulti, ma mancando troppe volte l’occasione di allungare il vantaggio. Ma cosa non ha funzionato?
Mancanza di determinazione chiudere le partite. Si rivede un problema atavico, quello che la scorsa stagione è costato molti punti e lo scudetto. Su tutte la partita contro il Bologna è la cartina tornasole della stagione scorsa. L’Inter anche a Lecce ha creato tantissimo. Alla fine ha fatto registrare ben 19 conclusioni di cui 9 nello specchio della porta. Il possesso palla, pari al 70%, ottenuto con 603 passaggi, è risultato però in sostanza sterile. Se non fosse stata per l’intuizione di Dumfries di lanciarsi verso il pallone all’ultimo secondo con il corpo, i rammarichi sarebbero tanti.
Inter, da Lecce si torna con 3 punti ma le cose che non sono andate sono parecchie. C’è tempo per migliorare.
Troppo nervosismo. I ragazzi di Inzaghi hanno dimostrato di lasciarsi andare al nervosismo in alcuni momenti delle partite, anche quando ne sono in pieno controllo. Nella partita di sabato, dopo l’ammonizione di Baschirotto, per un fallo su Lautaro che forse meritava un colore di cartellino diverso, i nerazzurri si sono fatti sopraffare dal nervosismo, perdendo l controllo del match. Risultato di questa tensione è stato il pareggio dei salentini a inizio ripresa. Un atteggiamento mentale non consono per una squadra che punta al bottino pieno. Lasciarsi innervosire perdendo le redini del gioco è stato un altro errore non nuovo in casa nerazzurra. Lo scorso anno la partita di andata contro la Lazio all’Olimpico fu buttata alle ortiche per il troppo nervosismo dei giocatori in campo. Altri atteggiamenti in tal senso furono pagati carissimo in Champions League con i cartellini rossi a Barella contro il Real Madrid e a Sanchez contro il Liverpool.
Condizione fisica. Alcuni giocatori sembrano molto indietro per quanto riguarda la condizione fisica. In difesa Skriniar, di cui ancora non si sa con certezza il futuro, non è parso brillantissimo. Stessa condizione di Calhanoglu, più volte completamente estraneo all’andamento della partita, e di Robin Gonsens. Sul tedesco aleggiano molti dubbi. Lo scorso anno i vari infortuni che ne hanno condizionato l’utilizzo sono stati nascosti dalla stagione mostruosa di Ivan Perisic. Quest’anno il croato non c’è più, e lui dovrebbe essere il titolare e padrone della fascia sinistra, ma al momento la condizione è molto lontana. L’ex Atalanta dovrà dimostrare di essere all’altezza delle aspettative dei nerazzurri, ma avrà subito le occasioni per dimostrare il suo reale valore.