(Inter Champions) La Champions sottrarrà all’Inter energie preziose per la lotta scudetto.
Bayern e Barcellona ? Speriamo di uscire a testa alta.
Nell’ampio panorama dei commenti al sorteggio di Istanbul questi due evergreen sono quelli meno condivisibili.
Che senso ha appellarsi al dispendio di energie in 3 partite che anche i diretti competitor dovranno affrontare? Squadre diverse vero, qualche millesimo di stress in meno (forse) ma Juventus, Milan e Napoli non è che vadano a giro per l’Europa a fare il pieno di vigorie da impegnare poi in serie A. O no? Oppure loro potranno vincere il girone schierando la Primavera?
Seppellita la prima banalità resta il retropensiero da affrontare, quello che vuole la lotta per il titolo italiano preminente rispetto alla maggiore competizione europea.
Impostazione da combattere a mio avviso, figlia di un provincialismo che l’Inter non può alimentare. Con il calcio italiano sempre più periferico, il prestigio vero, la visibilità, i soldi importanti vengono dall’Europa. E’ lì che si misurano ambizioni e reali dimensioni di un club, con tutto il rispetto per Cremonese, Sassuolo, Monza ecc., che si costruiscono le fondamenta per gli step di crescita successivi, un po’ meno a Lecce a mio avviso. E’ li, soprattutto, che l’Inter dovrà combattere la sua battaglia più importante, almeno fino allo stop del campionato per i mondiali. Passare o non passare agli ottavi fa tutta la differenza del mondo, almeno in termini economici. E’ la differenza che potrebbe permettere di chiudere di nuovo le porte in faccia tra qualche mese ai club che torneranno a bussare per Skriniar o per Lautaro, per Barella o Dumfries. E’ la differenza che potrebbe evitare altre depressioni (cit. Bremer e/o Dybala) per mancati investimenti causa latenza di piccioli.
Tanto più quest’anno, con la stagione spezzata in due dai mondiali. Arrivare al 13 novembre anche con qualche punto di distacco dal vertice ma avendo messo in cassetta magari con un colpo di fortuna gli ottavi di Champions significherebbe giocarsi alla grande il secondo campionato. Sarà un altro torneo quello che inizierà a gennaio, che risentirà pesantemente degli esiti del mondiale in termini di risorse fisiche e psicologiche. Un torneo nuovo da affrontare a quel punto con tutte le chance aperte per la seconda stella, sulle ali di un rinnovato entusiasmo europeo e con il conto in banca rimpolpato.
Dopo queste motivazioni è facile capire perché la “testa alta” può andare a farsi benedire. Uscire dal girone per differenza gol o per 4 punti in meno cambia una mazza, esci e basta. Con tutto quel ne consegue date le premesse di cui sopra. La testa alta resta negli annali? Porta i quattrini dell’UEFA o i 4 milioni di incasso per un ottavo di finale a San Siro? Ma di che stiamo parlando? Dunque la testa alta lasciamola volentieri a chi non riesce a vedere la prospettiva o magari a Bayern e/o Barca. E’ auspicabile che siano i ragazzi a scendere in campo non a testa alta ma con il sangue agli occhi contro il Viktoria e le due big per centrare una qualificazione che, questa si, resterebbe nelle sacre scritture nerazzurre.