Editoriale

Lazio Inter, Inzaghi la perde tre volte

(Inter Inzaghi) Al primo impegno stagionale di un certo livello, la Lazio (non lo Spezia ma neanche il Bayern) scopre tutte le pecche di una squadra ancora alla ricerca di sé stessa.
L’analisi della partita ognuno la fa a modo suo. La Gazzetta dello Sport stamani parla di squadra dominante nella prima mezz’ora e ad inizio ripresa salvo poi andare in black out al momento dei cambi. Tutto opinabile, con una sola eccezione su cui concordare in pieno: la partita l’ha vinta Sarri, con la mentalità che ha dato alla sua rosa e con i cambi giusti al momento giusto.
Inzaghi perde la partita con la Lazio tre volte, prima durante e dopo.

Questione di mentalità

Prima perché l’inserimento di Gagliardini al posto di Calhanoglu manda un sms chiaro alla sua squadra e agli avversari, un messaggio di timore. La paura di Milinkovic Savic, king maker fisso negli scontri coi laziali, della sua fisicità, della sua capacità di andare in gol o di mandarci i compagni. Con il risultato di snaturare la squadra, lasciare Brozovic (che non a caso gioca una partita nervosa e anonima) senza il primo riferimento in fase di uscita e lasciare Lukaku senza l’unico in grado di mandarlo in verticale e lasciargli il difficile compito di boa. Romelu fermo, magari spalle alla porta, circondato da tre difensori avversari, diventa un giocatore del tutto normale, gli avversari non chiedono altro.
Di mentalità ce n’è una sola, o c’è o non c’è. Non esiste una mentalità per il Lecce, una per la Lazio, un’altra per il Bayern. Esistono accorgimenti tattici da variare in funzione dell’avversario ma non il modo di pensare calcio e di attuarlo, specialmente se ti chiami Inter ed hai ambizioni di vertice.

Sarri inventa, Inzaghi no

Inzaghi la perde durante la partita. Quando Sarri sposta indietro Milinkovic Gagliardini resta in una zona grigia del campo senza difendere, senza costruire. L’assistenza del serbo a Felipe Anderson sul primo gol è indisturbata e non è certo casuale se Sarri invita il suo tuttocampista a cercare l’attaccante esterno dalla parte di Dimarco. La perde perché togliere Dumfries, anche se non più brillantissimo, significa lasciare Lukaku a secco anche di rifornimenti aerei dalla fascia o comunque bassi e pericolosi. La perde perché la staticità di Dzeko non permette ormai più il cambio fisso con il gigante belga. Se c’era un modo per tentare il colpaccio dopo il pareggio il suo nome era Correa, sperando che l’aria dell’Olimpico ricordasse al Tucu i bei tempi di quando andava via in velocità a chiunque 8 volte su 10. Si chiama imprevedibilità, in casa nerazzurra è merce dispersa da troppo tempo. Una merce che anche Asllani ha nelle sue corde, perchè lasciarlo marcire in panca oltretutto con Brozovic in grande difficoltà?

Comunicazione da rivedere

Inzaghi la perde anche nel post partita. Parlare di sconfitta per un episodio bellissimo ma isolato (il gol di Luis Alberto) non racconta quel che si è visto in campo. Dire “avesse segnato Dumfries il 2 a 1 sarebbe stato tutto diverso” rimanda alla nonna che diventa carretto se avesse avuto le ruote. Manca cattiveria e determinazione? Si, ma queste non le si trovano sotto terra e chi era in campo ieri sera non sono pischelli imberbi. Inzaghi conosce bene le sue responsabilità, se davanti ai microfoni avesse fatto un cenno anche a queste avrebbe dato un segno di maturità e anche di sicurezza ai tifosi.

Inter Inzaghi, zero processi, servono idee

Nessun processo, sia chiaro. Siamo alla terza di campionato. Siamo ad agosto, la condizione fisica ancora è quel che è, il campionato anomalo causa mondiali proporrà sorprese e difficoltà per tutti. Ma a noi piace guardare in casa nostra e gli eventi di ieri sera accendono un altro alert dopo un precampionato incerto e pieno di errori da centrocampo in giù. Chi parla di Inzaghiout fa sorridere più che arrabbiare, chi vuol guardare il dito invece che la luna si accomodi, è un problema tutto suo.
Ma il mister ha un nemico, il tempo. Si gioca ogni tre giorni fino a novembre, partite che possono indirizzare la stagione già dalle prossime settimane. E’ tempo di accelerare, è tempo di prendere decisioni, anche forti, di studiare alternative.
Tra sette giorni arriva il derby, subito dopo il Bayern. Il tempo è poco, i problemi tanti, le aspettative ancora di più.
(Inter Inzaghi)