Inter, parla Milito. Il Principe nerazzurro è stato memorabile protagonista di un incrocio col Bayern che rimarrà nella storia. Era il 2010, e l’attaccante vinse la resistenza dei bavaresi con una doppietta epica. Fu estasi per l’Inter che, oggi, torna ad affrontare proprio i tedeschi.
Dalle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’argentino ricorda la splendida serata, spiegando i segreti di un successo che ha fatto la storia. “Per noi la Champions non era un’ossessione, ma un sogno. Un disegno da completare, dopo Coppa Italia e scudetto. Era un’occasione da cogliere, per molti di noi. Ma che saremmo arrivati in fondo l’avevamo già capito dopo gli ottavi”. Indelebili le emozioni della finale col Bayern… “A casa ho un museo vero e proprio: dentro c’è la maglia, le scarpe indossate, il pallone di quella partita. Guai a chi me li tocca”.
Ma come sta l’Inter di Inzaghi? Milito, nel corso della chiacchierata col quotidiano milanese, affonda la sua analisi sull’attualità e dispensa fiducia: “L’esame è difficilissimo, ma anche stimolante. Togliersi di dosso la delusione derby è obbligatorio. Come si fa? Pensando che c’è tutto il tempo per indirizzare al meglio l’annata. Perdere è doloroso, non riscattarsi lo sarebbe ancor di più”, il pensiero.
Quale la ricetta per passare il girone? L’impresa è ardua, ma non impossibile. “L’Inter deve provare a vincere le tre partite in casa”, la strada indicata da Milito.